25 sua vita presente; richiama alla memoria i disegni, gli studi e i negozi;22 si propone23
i diletti e gli affanni che gli sieno per intervenire24 nello spazio del giorno
nuovo. E ciascuno in questo tempo è più desideroso che mai, di ritrovar pure nella
sua mente aspettative gioconde, e pensieri dolci. Ma pochi sono soddisfatti di questo
desiderio: a tutti il risvegliarsi è danno. Il misero non è prima desto,25 che egli
30 ritorna nelle mani26 dell’infelicità sua. Dolcissima cosa è quel sonno, a conciliare il
quale concorse o letizia o speranza. L’una e l’altra insino alla vigilia del dì seguente,
conservasi intera e salva; ma in questa, o manca o declina.27
Se il sonno dei mortali fosse perpetuo, ed una cosa medesima colla vita; se
sotto l’astro diurno,28 languendo per la terra in profondissima quiete tutti i viventi,
35 non apparisse opera alcuna; non muggito di buoi per li prati, né strepito di fiere
per le foreste, né canto di uccelli per l’aria, né susurro d’api o di farfalle scorresse
per la campagna; non voce, non moto alcuno, se non delle acque, del vento e delle
tempeste, sorgesse in alcuna banda;29 certo l’universo sarebbe inutile; ma forse
che vi si troverebbe o copia30 minore di felicità, o più di miseria, che31 oggi non vi
40 si trova? Io dimando a te, o sole, autore del giorno e preside della vigilia:32 nello
spazio dei secoli da te distinti e consumati fin qui sorgendo e cadendo, vedesti
tu alcuna volta un solo infra i viventi essere beato? Delle opere innumerabili dei
mortali da te vedute finora, pensi tu che pur33 una ottenesse l’intento suo, che fu
la soddisfazione, o durevole o transitoria, di quella creatura che la produsse? Anzi
45 vedi tu di presente o vedesti mai la felicità dentro ai confini del mondo? in qual
campo soggiorna, in qual bosco, in qual montagna, in qual valle, in qual paese
abitato o deserto, in qual pianeta dei tanti che le tue fiamme34 illustrano35 e scaldano?
Forse si nasconde dal tuo cospetto, e siede nell’imo36 delle spelonche, o nel
profondo della terra o del mare? Qual cosa animata ne partecipa; qual pianta o
50 che altro che tu vivifichi; qual creatura provveduta o sfornita di virtù vegetative o
animali? E tu medesimo, tu che quasi un gigante instancabile, velocemente, dì e
notte, senza sonno né requie, corri lo smisurato cammino che ti è prescritto; sei tu
beato o infelice?
Mortali, destatevi. Non siete ancora liberi dalla vita. Verrà tempo, che niuna
55 forza di fuori, niuno intrinseco37 movimento, vi riscoterà dalla quiete del sonno;
ma in quella sempre e insaziabilmente riposerete. Per ora non vi è concessa
la morte: solo di tratto in tratto vi è consentita per qualche spazio di tempo una
somiglianza di quella.38 Perocché la vita non si potrebbe conservare se ella non
fosse interrotta frequentemente. Troppo lungo difetto39 di questo sonno breve e
60 caduco, è male per sé mortifero, e cagione di sonno eterno. Tal cosa è la vita, che a
portarla,40 fa di bisogno41 ad ora ad ora, deponendola, ripigliare un poco di lena,42
e ristorarsi con un gusto e quasi una particella di morte.43