Antologia della Divina Commedia

CANTO V Inferno 102 Amor, ch al cor gentil ratto s apprende, prese costui de la bella persona che mi fu tolta; e l modo ancor m offende. [100-102] Amore, che rapidamente (ratto) si accende (s apprende) in un cuore nobile, fece innamorare (prese) costui del bel corpo (bella persona) che mi fu tolto [quando fui uccisa]; e il modo ancora mi danneggia (offende). 105 Amor, ch a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m abbandona. [103-105] Amore, che non risparmia (perdona) a nessuno che sia amato (nullo amato) di riamare [a sua volta], mi fece innamorare (mi prese) della bellezza (piacer) di costui con tale intensità (sì forte) che, come vedi, ancora adesso non mi abbandona. 108 Amor condusse noi ad una morte. Caina attende chi a vita ci spense . Queste parole da lor ci fuor porte. [106-108] Amore portò entrambi alla stessa (una) morte. Caina attende colui che ci uccise (chi a vita ci spense) . Queste parole ci furono offerte (porte) da loro. 111 Quand io intesi quell anime offense, china il viso, e tanto il tenni basso, fin che l poeta mi disse: «Che pense? . [109-111] Quando ebbi ascoltato quelle anime tormentate (offense), chinai il viso, e lo tenni basso così a lungo che il poeta mi disse: «A che cosa pensi? . 114 Quando rispuosi, cominciai: «Oh lasso, quanti dolci pensier, quanto disio menò costoro al doloroso passo! . [112-114] Quando risposi, cominciai: «Ahimè (Oh lasso), quanti dolci pensieri, quanto desiderio spinse (menò) costoro al gesto che avrebbe causato tante sofferenze (doloroso passo)! . 117 Poi mi rivolsi a loro e parla io, e cominciai: «Francesca, i tuoi martìri a lagrimar mi fanno tristo e pio. [115-117] Poi mi rivolsi a loro e parlai io, e cominciai: «Francesca, le tue sofferenze (martìri) mi rendono così triste e compassionevole (pio) fino al punto di [farmi] piangere (a lagrimar). 100. Amor ... s apprende: la prima di queste tre celebri terzine comincia con un verso che esprime una delle concezioni fondamentali della teoria della passione amorosa elaborata dal pensiero e dalla poesia del Duecento. Il principio espresso stabilisce che quando una persona ha un animo elevato, buono, raffinato, quando cioè ha un cor gentil, nobile in senso spirituale (e non perché di origini sociali aristocratiche), inesorabilmente proverà un sentimento d amore. Uno dei più importanti poeti del Duecento, Guido Guinizzelli, al quale Dante guardava come a un maestro, comincia uno dei suoi componimenti più celebri con le parole Al cor gentil rempaira sempre amore: Amore torna (rempaira, letteralmente rimpatria ) sempre in un cuore nobile . E lo stesso Dante apre una delle sue liriche con il verso Amor e l cor gentil sono una cosa ( Amore e un cuore nobile sono la stessa cosa ). 101. prese ... bella persona: l idea che la bellezza rendesse facile l innamoramento era un altro principio basilare della trattatistica e della lirica amorosa duecentesche. Si noti come il principio teorico generale introduca la vicenda personale. 102. l modo ancor m offende: l interpretazione di questo passaggio non è univoca. Legata al verbo principale, l espres- sione si riferirebbe all amore di Paolo per Francesca, la cui intensità (modo) ancora la soggioga (ancor m offende, dice Francesca). Unita invece all espressione immediatamente precedente (che mi fu tolta), ossia all omicidio dei due amanti, essa si riferirebbe al fatto che Gianciotto, marito di Francesca, non consentì ai due amanti di pentirsi e di salvare le proprie anime: in questo senso la maniera (modo) in cui era stata uccisa, cioè all improvviso, ancora danneggia (offende) Francesca. Questa seconda opzione è stata privilegiata in parafrasi. 103. Amor ... perdona: anche questa terzina comincia con una formula teorica e solenne sulla natura dell amore: Amore obbliga a riamare coloro dai quali si è amati. Il trattatista duecentesco Andrea Cappellano, nel suo De amore (Trattato sull amore) scriveva che «l amore non può negare niente all amore . Come nella terzina precedente, anche in questa, dopo l enunciazione della legge generale, si passa a narrare il caso personale: essendosi l uomo (Paolo) innamorato della bellezza di lei, la donna (Francesca) si innamorò dell avvenenza di lui. 106. Amor ... morte: fin qui abbiamo visto in azione un anima gentile che, pur parlando da uno dei cerchi dell Inferno, ha usato espressioni raffinate e ricche di cultura, cantando il valore di Amore in linea con le concezioni poetiche del tempo. Nell ultima terzina introdotta dalla parola Amore, però, l esito finale della vicenda dei due personaggi è bruscamente e duramente ricordato: quell amore tanto celebrato ha condotto gli amanti alla morte e alla dannazione. Dante, dopo aver fatto vivere al lettore tutto il fascino della passione amorosa, può ora ammonirlo severamente sui rischi che questo sentimento comporta quando non è controllato dalla ragione e dalla morale. 107. Caina: Caina è il nome di una delle zone in cui è distinto il nono e più profondo cerchio infernale: vi si punisce uno dei peccati più gravi, il tradimento dei propri parenti. L anima sta dunque rivelando di essere stata uccisa da un parente (il marito); a questo punto, per i lettori del tempo la sua identificazione con Francesca da Rimini doveva essere quasi scontata, e infatti al v. 116 Dante la chiama per nome. 110. china il viso: l atteggiamento di Dante-personaggio lascia intuire quanto egli si senta coinvolto nel peccato di Paolo e Francesca, ossia negli eccessi della passione amorosa. Il gesto di chinare il viso è in parte dovuto alla vergogna, in parte all emozione e alla commiserazione per i due amanti eternamente condannati all Inferno. 47

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