3.  L'ANTICO EGITTO

L'arte egizia

Immutata e anonima

Come quelli politici e sociali, anche i caratteri dell’arte egizia presentano una straordinaria continuità attraverso i millenni. Già con l’inizio dell’Antico Regno (III dinastia, 2682 a.C.) l’architettura, la scultura e la pittura egizie presentano schemi e convenzioni che rimarranno sostanzialmente estranei a ogni tipo di innovazione.
L’altra caratteristica generale dell’arte egizia, che accompagna tutta la sua storia, è l’assoluta anonimia degli artisti: l’opera d’arte è sempre il risultato di un lavoro collettivo che è impossibile attribuire a una singola personalità. Si possono riconoscere varianti stilistiche proprie di un’epoca o di una regione, ma non di uno o più artisti.

Arte, religione, potere

La continuità dei canoni stilistici si spiega da un lato con l’isolamento politico e culturale dell’Egitto, che subisce solo in minima parte gli influssi di altre civiltà del Vicino Oriente e dell’Africa settentrionale; dall’altro con lo stretto legame tra arte, religione e potere: rimanendo stabili questi, anche l’arte continua a ripetere i temi e le forme tradizionali, perché si ritiene empio non rispettare i modelli antichi. L’arte ha una funzione essenzialmente simbolica e rituale, finalizzata a celebrare le divinità e il faraone e il culto dei defunti, che ha una centralità assoluta nella cultura egizia. Di qui la grande importanza dell’architettura funeraria, della pittura tombale e della statuaria che raffigura i defunti e i faraoni, tutte codificate in stili e canoni ben definiti che guidano gli artisti nella realizzazione dell’opera.

Tra eccezione e ritorno alla tradizione

La stabilità delle forme espressive non esclude l’alternarsi di periodi di sviluppo e di regresso. Fasi di grande fioritura artistica si osservano durante l’Antico e il Medio Regno. Con il Nuovo Regno l’arte egizia raggiunge il suo apice, esprimendo in modo maturo la ricerca del "bello idealizzato", ossia una concezione dell’arte che, pur non disdegnando la descrizione naturalistica o la resa dei particolari, non ambisce a una rappresentazione realistica del mondo, ma, appunto, obbedisce a canoni figurativi codificati. Nella pittura, per esempio, la figura umana è resa sempre nello stesso modo (con volto e arti di profilo, busto e occhio frontali), mentre nella statuaria si rispettano diverse proporzioni a seconda che la figura sia raffigurata in piedi o seduta.
L’unica vera eccezione a questa regola è rappresentata dall’epoca amarniana, come viene definito il regno di Akhenaton, dal nome della nuova capitale da lui fondata, Tell el-Amarna. La riforma religiosa di Akhenaton si riflette anche nell’arte: abbandonato l’"idealismo", prevalgono un inedito gusto per la raffigurazione dell’intimità della vita di corte e la tendenza a un realismo a tratti esasperato, fatto unico nella storia egizia.
Dopo il ritorno alla tradizione e una nuova fase di decadenza durante il Terzo Periodo Intermedio, si ha una grande rinascita artistica con l’Epoca Tarda (664-332 a.C.), quando il desiderio di far rivivere gli antichi splendori porta alla ripresa di stili e iconografie caratteristici dell’Antico e del Medio Regno.

Dossier Arte plus - volume 1
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Dalla Preistoria all'arte romana