L’EFFETTO ELETTROMAGNETICO
L’ago della bussola indica sempre il Polo Nord geografico, a meno che un magnete posto nelle vicinanze non lo faccia deviare. Come ha scoperto nel 1820 il fisico danese Hans Christian Oersted, però, lo stesso effetto è prodotto anche dall’elettricità che circola in un circuito elettrico: se una bussola si trova nelle vicinanze di un circuito, quando la corrente elettrica circola, l’ago della bussola devia, fino a orientarsi in direzione perpendicolare al filo percorso dalla corrente (19a). Se interrompiamo il flusso di corrente, l’ago torna a indicare il Nord (19b). Questo avviene perché la
corrente elettrica che percorre un conduttore genera un campo magnetico. Tale fenomeno
è chiamato effetto elettromagnetico.
Si può sperimentare l’effetto magnetizzante della corrente elettrica anche avvolgendo a spirale un filo elettrico intorno a un grosso chiodo di ferro e disponendo attorno a esso della limatura di ferro: fino a che nel conduttore non passa corrente non succede nulla, ma se i due capi del filo elettrico sono collegati a una pila, al passare della corrente elettrica il chiodo si magnetizza e attira la limatura di ferro. L’effetto elettromagnetico è alla base del funzionamento degli elettromagneti, o elettrocalamite, utilizzati per sollevare o separare materiali ferrosi, oppure impiegati all’interno di dispositivi di uso comune come il campanello elettrico.
(19) Effetto
elettromagnetico
(a) Circuito
chiuso
(b) Circuito
aperto