Il genere Homo

 Unità 12 LA STORIA DELLA VITA SULLA TERRA ›› 2 La storia dell’uomo

IL GENERE HOMO

La sistematica del genere Homo è ancora molto dibattuta e le continue scoperte fanno sì che i confini e i rapporti tra le diverse specie siano tutt’altro che definitivi (bisogna ricordare che gli scienziati lavorano su ossa, spesso ridotte in frammenti). Cerchiamo, qui di seguito, di riportare le conoscenze più accreditate (7).
Il genere Homo fece la sua comparsa in Africa intorno a 2,5 milioni di anni fa, epoca alla quale risalgono fossili attribuiti a due specie: Homo habilis e Homo rudolfensis (comparso qualche centinaia di migliaia di anni più tardi ed estintosi presto). Homo habilis, nonostante il nome – attribuitogli perché accanto ai ritrovamenti ossei furono rinvenuti utensili elementari –, non era molto diverso per intelligenza e organizzazione sociale dagli australopitechi e dagli scimpanzé attuali.
Intorno a 1,9 milioni di anni fa comparve anche Homo ergaster, una specie che, a differenza degli altri ominidi allora esistenti (australopitechi, parantropitechi, keniantropitechi e altre specie di Homo), aveva un femore allungato, ottimo per spostarsi a lunghi passi nelle praterie, ossa leggere, una scatola cranica più capiente (da 600 cm3 di Homo habilis a 800 cm3), conosceva tecniche di lavorazione della pietra e usava utensili. Inoltre viveva in gruppi complessi e aveva un’alimentazione mista, che comprendeva anche la carne (forse conosceva e usava anche il fuoco). Grazie a queste caratteristiche Homo ergaster riuscì a adattarsi a un clima sempre più arido e freddo. Essendo un abile camminatore, si spostava in piccoli gruppi e colonizzò vaste aree dell’Africa, ma non solo, perché lo ritroviamo (intorno ai 2 milioni di anni fa) in Georgia, in Medio Oriente, lungo le coste dell’Asia fino in Cina e sull’isola di Giava, dove dà origine a Homo erectus (che aveva una scatola cranica leggermente più grande di Homo ergaster).


(7) Il genere Homo

  › pagina 217   

Circa 600 000 anni fa in Africa comparve un altro ominide: Homo heidelbergensis. Gli individui di questa specie avevano una scatola cranica di dimensioni paragonabili a quelle dell’uomo moderno; usavano attrezzi, vivevano in società complesse e molto probabilmente parlavano, usavano il fuoco e costruivano capanne. Resti di Homo heidelbergensis sono stati trovati, oltre che in Africa, in Europa e in Asia, dove ha vissuto fino a circa 135 000 anni fa.
Da questa specie, circa 200 000 anni fa, si è evoluto in Europa l’uomo di Neanderthal (Homo neanderthalensis): un ominide ben adattato a vivere nei climi freddi, che si univa a formare società complesse, usava strumenti, conosceva il fuoco (8) e comunicava con la parola.
Mentre in Europa si evolveva l’uomo di Neanderthal, in Africa, nello steso periodo (200 000 anni fa) e sempre da Homo heidelbergensis, nasceva Homo sapiens, la specie cui apparteniamo noi. Homo sapiens aveva un corpo più slanciato e ossa più leggere; inoltre, era dotato di una scatola cranica molto capiente (1300 cm3, maggiore delle altre specie di Homo ma uguale a Homo neanderthalensis). Era un cacciatore, viveva in società complesse e faceva uso di strumenti. Come gli uomini di Neanderthal, sapeva usare il fuoco e comunicava tramite la parola. La sua presenza in Europa, risalente a circa 50000 anni fa, è la conseguenza di un’ondata migratoria che spinse Homo sapiens a uscire dall’Africa e a diffondersi in Europa e in Asia.
Di tutte le specie di Homo esistite in passato, molte delle quali hanno convissuto per periodi più o meno lunghi, solo la nostra specie, ossia Homo sapiens, è sopravvissuta. In particolare colpisce la scomparsa dell’uomo di Neanderthal, avvenuta circa 40000 anni fa, paragonabile a noi in tutto, anzi, forse con un cervello più grande del nostro: la ragione è ancora da scoprire.

Alcune specie del genere Homo

Homo ergaster

Nel 1984, sul lago Turkana (Kenya), è stato trovato uno scheletro noto come “ragazzo del Turkana”, un esemplare di Homo ergaster di circa 12 anni di età, risalente a 1,6 milioni di anni fa. Lo scheletro dimostra un’andatura completamente bipede, e un corpo longilineo (alto circa 1,6 m) adatto a compiere spostamenti su lunghe distanze: Homo ergaster è infatti considerato la prima specie camminatrice.

Homo heidelbergensis

Cranio e ricostruzione di un esemplare di Homo heidelbergensis. Sappiamo che questa specie costruiva capanne.

Homo sapiens e Homo floresiensis

Nel 2003 sull’isola di Flores (Indonesia) furono scoperti i resti di Homo floresiensis, una specie vissuta tra 90 000 e 12 000 anni fa (un tempo recentissimo), con caratteristiche simili a Homo ergaster. Non superava 1 m di altezza e aveva un cervello piccolo, ma aveva grandi abilità manuali ed era un abile cacciatore.

  Uso le domande guida  
  • In che modo da un antenato comune sono discesi sia gli scimpanzé sia gli uomini?

  • In quale parte del mondo si è evoluto il genere Homo?

  • Quando è comparso Homo sapiens, la specie a cui noi apparteniamo?

Scienze evviva! - volume 3
Scienze evviva! - volume 3