Il motore dell’evoluzione: come si modificano gli organismi

 Unità 11 L’EVOLUZIONE ›› 1 Che cosa significa evoluzione

    SCIENZE +     Specie generaliste e specie specialiste 

In natura si riconoscono due tipologie di specie: quelle generaliste, che si adattano facilmente a diversi ambienti e non sono legate a un’unica risorsa alimentare ma si nutrono di risorse diverse; quelle specialiste che, al contrario, sono adattate esclusivamente a un particolare ambiente e si nutrono di un’unica risorsa. Per usare termini più ecologici, le specie generaliste hanno una nicchia ecologica ampia, mentre quelle specialiste hanno una nicchia ecologica ristretta. Per esempio, animali come le faine (foto in alto), le volpi e i cinghiali sono generalisti, mentre i koala, che mangiano solo foglie di eucalipto, e i panda giganti, che si cibano solo di germogli di bambù, sono specialisti.
Essendo molto adattabili, le specie generaliste vivono bene anche negli habitat instabili da un punto di vista climatico; viceversa, quelle specialiste vivono bene in ambienti stabili, come la foresta pluviale. Quando ambienti molto stabili vengono minacciati, le specie specialiste che in essi vivono, private del loro habitat e delle loro risorse, rischiano di scomparire: per questa ragione necessitano di particolare protezione e tutela, sia loro, sia il prezioso habitat in cui vivono.

IL MOTORE DELL’EVOLUZIONE: COME SI MODIFICANO GLI ORGANISMI

Affinché possa esserci evoluzione devono verificarsi, come si è detto, delle modificazioni negli organismi; tali modificazioni, a seconda che migliorino o meno l’adattamento di una specie al suo ambiente, saranno favorite, cioè selezionate, o scartate. Cerchiamo di capire come tutto ciò avviene.
Tutte le modifiche che avvengono negli organismi sono il risultato di mutazioni genetiche: cambiamenti, anche minimi, nel DNA (1) possono infatti determinare cambiamenti nella struttura, nella forma e nelle funzioni degli organismi.

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Le mutazioni genetiche possono avvenire spontaneamente o essere indotte da particolari agenti fisici o chimici (per esempio, i raggi X o l’inquinamento ambientale) e sono molto più frequenti di quanto non si pensi. Alcune sono innocue, ossia non comportano modifiche rilevanti, altre si rivelano svantaggiose, e possono causare in certi casi anche la morte dell’individuo, altre ancora, infine, sono vantaggiose, ossia determinano modifiche che migliorano l’adattamento di un organismo all’ambiente in cui vive.
Le modifiche che derivano dalle mutazioni genetiche, se sono vantaggiose, restano nel patrimonio genetico: chi le possiede, infatti, essendo meglio adattato al proprio ambiente di chi non le possiede (si tratta, per esempio, di individui più forti, più robusti), si riproduce con maggiore successo e le tramanda alle generazioni successive. Al contrario, modifiche svantaggiose sono presto eliminate, poiché gli individui che le possiedono non sono altrettanto efficacemente adattati al proprio ambiente e hanno, di conseguenza, meno possibilità di riprodursi e quindi di tramandare alle generazioni successive tali modifiche (2).
La selezione delle modifiche, che rimangono o che vengono eliminate, avviene naturalmente: è la conseguenza diretta del grado di adattamento di una specie al suo ambiente. Per questa ragione, tale selezione è definita selezione naturale. La selezione naturale è quindi un processo che ha come risultato la sopravvivenza degli organismi che riescono ad adattarsi in modo più efficace all’ambiente in cui vivono. Mutazioni genetiche e selezione naturale costituiscono, in sintesi, il motore dell’evoluzione, ossia ciò che la determina.


(2) Un esempio di evoluzione

Consideriamo un fringuello (fringilla coelebs), uccello che si nutre prevalentemente di semi.


  Uso le domande guida  
  • In che cosa consiste l’evoluzione?

  • Quali sono i fattori principali che determinano l’evoluzione?

  • Come funziona la selezione naturale?

Scienze evviva! - volume 3
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