SCIENZA & LEGALITÀ 

IL COMMERCIO ILLEGALE DI SPECIE SELVATICHE

Il traffico illegale di specie animali, ma anche vegetali, è una delle principali cause di perdita di biodiversità: pitoni, scimmie, pappagalli, felini, coccodrilli, tartarughe e animali di molte altre specie, spesso a rischio di estinzione, sono prelevati dal loro ambiente naturale e venduti a carissimo prezzo sui mercati illegali e clandestini. Si tratta di una delle attività più redditizie per le organizzazioni criminali, ai primi posti dopo il traffico di droga.
In Africa i cacciatori di frodo stanno decimando le popolazioni di elefanti per prelevarne le zanne, con cui vengono realizzati oggetti in avorio; lo stesso succede ai rinoceronti, perché con il loro corno vengono preparati medicamenti vari. Le tigri, sterminate dai bracconieri che ne vendono la pelle e le ossa, le tartarughe marine, uccise per le loro squame cornee con cui si realizzano diversi oggetti, e i coccodrilli, la cui pelle è usata nel campo della pelletteria, sono solo alcuni esempi di questo vero e proprio crimine contro la natura.
Per cercare di contrastare questa attività illegale, nel 1973 a Washington è stato stilato e sottoscritto da diversi Paesi, tra cui l’Italia, un accordo internazionale noto con il nome di CITES (Convenzione sul commercio internazionale di specie animali e vegetali selvatiche a rischio estinzione). Le specie tutelate dalla convenzione sono raggruppate in tre appendici: 

- appendice I: specie protette, di cui è vietata ogni forma di commercio; 

- appendice II: specie soggette a controllo, il cui commercio deve essere certificato dalla CITES e compatibile con la sopravvivenza della specie; 

- appendice III: specie soggette al controllo dei singoli Paesi membri, in cui rientrano specie che i singoli Paesi vogliono tutelare.
Inoltre, per monitorare il commercio internazionale di specie animali e vegetali, nel 1976 è stata istituita una rete di lavoro internazionale in collaborazione con il WWF e la IUCN (Unione internazionale per la conservazione della natura): il TRAFFIC, un network di monitoraggio del commercio di flora e fauna. Il ruolo del TRAFFIC è stato ed è tuttora fondamentale per convincere gli Stati che il commercio indiscriminato di specie selvatiche può seriamente comprometterne la sopravvivenza in natura.

Scienze evviva! - volume 1
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