Le piante rappresentano una risorsa nutrizionale formidabile. Cereali come il frumento, il mais e il riso sono la base dell’alimentazione in gran parte del mondo; anche canna e barbabietola da zucchero, patate, soia e pomodori rivestono una grandissima importanza. A questi si aggiungono avena, miglio, sorgo e quinoa, cereali che rientrano poco nella nostra dieta, ma che rivestono un ruolo fondamentale nell’alimentazione di molti altri Paesi. Infine non dimentichiamo gli ortaggi e la frutta, che forniscono vitamine, zuccheri, sali minerali e acqua, sostanze indispensabili per il buon funzionamento dell’organismo. Senza il supporto alimentare fornito dai vegetali, quindi, sarebbe impossibile sopravvivere.
Per incrementare la produzione in modo da fronteggiare il consumo crescente di frutta e verdura, sono stati impiegati fertilizzanti chimici e pesticidi, sono state selezionate artificialmente piante più forti e robuste, sono state e vengono tuttora disboscate estese aree di foresta per aumentare l’estensione dei terreni coltivabili. La coltivazione comporta inoltre il consumo di grandi quantità di acqua, intaccando pesantemente le risorse idriche del Pianeta.
A pagarne le spese sono soprattutto le popolazioni più deboli e povere, spesso costrette a cedere allo sfruttamento dei loro territori dietro le forti pressioni delle aziende multinazionali.
Oggi ci troviamo di fronte a una sfida: garantire le risorse alimentari a una popolazione in continua crescita e sconfiggere la fame nel mondo restano gli obiettivi primari, che devono però essere raggiunti nel rispetto del Pianeta, perché esso dovrà nutrire anche le generazioni future. L’agricoltura sostenibile va in questa direzione: produrre ciò che realmente serve, salvaguardando la fertilità del suolo e le risorse idriche, e garantire una più equa distribuzione delle risorse alimentari nel mondo.