Traspirazione

 Unità 11 LE PIANTE ›› 2 Le funzioni principali delle piante

TRASPIRAZIONE

La traspirazione, ossia la perdita di acqua attraverso le foglie, è il processo che traina la risalita dell’acqua lungo il corpo della pianta, a partire dalle radici (7).
L’acqua contenuta nella pianta, infatti, esce in continuazione dalle foglie sotto forma di vapore acqueo, e il “vuoto” di acqua che si crea richiama costantemente acqua dalle radici (come quando succhiamo da una cannuccia) grazie a due fattori: l’osmosi, che comporta il passaggio spontaneo dell’acqua da zone in cui ce n’è di più a zone in cui ce n’è di meno, e la capillarità.
Uno dei principali problemi per le piante è dato dal fatto che, per aumentare al massimo l’efficienza della fotosintesi, devono esporre al Sole quanta più superficie fogliare possibile. Questo comporta, però, una grande perdita di acqua: più del 90% dell’acqua assorbita dalle radici evapora nell’aria. La maggior parte dell’acqua viene rilasciata attraverso gli stomi, la cui chiusura totale, però, impedirebbe l’ingresso di anidride carbonica, essenziale per la fotosintesi. Per fronteggiare questa situazione, oltre allo sviluppo di cuticole il più impermeabili possibile (come accade nelle piante tipiche dei climi aridi), la pianta sfrutta il meccanismo di apertura/chiusura degli stomi (8). Le cellule di guardia, infatti, si gonfiano di acqua quando ce n’è in abbondanza, aprendo gli stomi, mentre se l’acqua scarseggia anche loro si afflosciano e, di conseguenza, fanno chiudere gli stomi, impedendo l'ulteriore perdita di acqua per evaporazione. 

L'umidità dell'aria influisce sulla traspirazione, limitando la perdita di acqua: le piante che crescono all'ombra delle foreste, per esempio, dove il tasso di umidità è elevato, hanno le foglie larghe per catturare più luce possibile, senza per questo doversi preoccupare dell'eccessiva traspirazione.


(7) La risalita dell’acqua

a. Con la traspirazione l’acqua evapora di continuo dalle foglie.

b. L’evaporazione richiama acqua dal basso, che sale lungo il fusto per capillarità.

c. L’acqua viene assorbita dalle radici per osmosi.

    SCIENZE +     Quando l'acqua scarseggia 

Per vivere le piante hanno bisogno di acqua, anche perché ne perdono molta con la traspirazione. Troviamo piante, però, anche in zone in cui di acqua ce n’è davvero poca, per esempio nei deserti: le specie che vivono in questi ambienti hanno dovuto adottare alcuni stratagemmi per assorbire più acqua possibile quando è a disposizione, e conservarla a lungo. 

Le piante succulente per esempio, come il cactus saguaro (foto in alto), hanno un fusto carnoso e non legnoso, capace di immagazzinare, gonfiandosi, un’enorme quantità di acqua (fino a 5 tonnellate). Per evitare di perdere troppa acqua con la traspirazione, inoltre, le foglie sono ridotte a piccole spine e la fotosintesi viene svolta dal fusto, che infatti è verde. Le spine sono anche un ottimo deterrente per gli animali che, per dissetarsi, potrebbero mangiare il fusto.
Come ulteriore stratagemma, queste piante durante il giorno chiudono gli stomi (che si trovano in numero ridotto sul fusto), e li tengono aperti durante la notte, quando la perdita di acqua per traspirazione è nettamente inferiore. Poiché dagli stomi entra, però, anche l’anidride carbonica essenziale per svolgere la fotosintesi, che non può avvenire di notte quando non c’è la luce solare, queste piante hanno evoluto un meccanismo per conservare l’anidride carbonica dalla notte fino al giorno successivo.

Scienze evviva! - volume 1
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