Strategie di vita dei batteri

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STRATEGIE DI VITA DEI BATTERI

Per diffondersi in ambienti anche molto diversi fra loro, i batteri hanno sviluppato varie strategie di sopravvivenza. Per esempio, esistono batteri che per vivere hanno bisogno di ossigeno, i batteri aerobi, e altri che non possono vivere in sua presenza, i batteri anaerobi (per essi l’ossigeno può essere letale). Possono essere autotrofi, ossia in grado di costruirsi il nutrimento da soli (come fanno le piante), o eterotrofi, ossia costretti a nutrirsi di sostanze o organismi già presenti nell’ambiente.
Uno dei gruppi più importanti di batteri autotrofi è quello dei cianobatteri (un tempo chiamati alghe azzurre): si tratta di organismi acquatici in grado di compiere la fotosintesi clorofilliana, processo che produce zuccheri a partire da acqua (H2O), anidride carbonica (CO2) e luce solare, rilasciando ossigeno (O2) nell’ambiente. Sono molto diffusi sia nelle acque dolci sia in quelle salate, sia nelle fredde acque montane sia in quelle calde; vivono sia isolati sia uniti a formare colonie. Se oggi noi possiamo vivere e respirare sulla Terra, lo dobbiamo proprio ai cianobatteri: l’atmosfera terrestre, infatti, fino a circa 2500 milioni di anni fa era irrespirabile, perché satura di anidride carbonica; grazie all’azione fotosintetica di questi organismi, invece, a un’atmosfera ricca di anidride carbonica si sostituì un’atmosfera ricca di ossigeno, elemento indispensabile per la respirazione. 

    SCIENZE +     BIC: batteri mangiapetrolio

Il petrolio ha rappresentato per l’uomo, e rappresenta tuttora, una fonte energetica importante; è però anche una sostanza molto inquinante, e quando viene accidentalmente sversato in mare in grandi quantità, per esempio in seguito a un incidente a una nave petroliera o a un pozzo petrolifero, può provocare un disastro ambientale.
I ricercatori, nel tentativo di trovare un rimedio ai danni provocati da queste gravi forme di inquinamento, hanno fatto una sorprendente scoperta: esistono batteri marini che si nutrono del petrolio sversato. Questi organismi, chiamati BIC (Batteri IdrocarburoClastici), si nutrono solo di alcuni idrocarburi, che rappresentano per loro una fonte di carbonio, e il petrolio è uno di questi. Se ne trovano quindi in grandi quantità proprio nelle zone di sversamento del petrolio e sono di fondamentale utilità perché lo decompongono in maniera naturale, contribuendo a ripulire gli ambienti marini senza rischi di effetti secondari sull’ambiente.

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I batteri eterotrofi hanno evoluto diverse strategie per procurarsi il nutrimento essenziale per vivere. A seconda della strategia scelta, si distinguono tre principali tipi di batteri eterotrofi: decompositori, simbionti e parassiti.


  io studio  

I batteri decompositori vivono nel terreno e si nutrono di sostanza organica o di organismi morti, demolendoli nei componenti essenziali (carbonio, ossigeno, idrogeno, azoto). Questi componenti servono in parte come nutrimento ai batteri, ma in misura maggiore vengono reimmessi nel terreno per essere nuovamente utilizzati da altri organismi. Risultato dell’azione dei decompositori è, per esempio, l’humus, la componente fertile del suolo.

I batteri simbionti (simbiosi in greco significa «vita insieme») instaurano un rapporto di reciproco vantaggio con un organismo – vegetale o animale – che li ospita. Sono simbionti, per esempio, i batteri che abitano il nostro intestino o quello dei ruminanti: si nutrono di ciò che viene digerito e, in cambio, demoliscono sostanze che l’organismo ospite non è in grado di digerire, come la cellulosa presente nella parete cellulare dei vegetali.

I batteri parassiti vivono completamente a spese di un altro organismo, senza che esso ne tragga alcun vantaggio, anzi danneggiandolo. In alcuni casi questi batteri provocano la malattia dell’organismo ospite: vengono allora detti patogeni. Un esempio è il vibrione che causa il colera (Vibrio cholerae), una gravissima infezione intestinale, molto contagiosa, caratterizzata da vomito e diarrea talmente intensi da portare alla disidratazione l’individuo colpito. È una malattia diffusa soprattutto in aree dove l’igiene è scarsa e i sistemi per rendere potabile l’acqua ancora insufficienti.

    SCIENZE +    I fermenti lattici

Batteri simbionti dell’intestino umano sono anche i fermenti lattici, comunemente impiegati per preparare lo yogurt. I fermenti lattici sono batteri anaerobi che si nutrono dello zucchero presente nel latte (il lattosio), trasformandolo in acido lattico. L’acido lattico aumenta l’acidità dell’ambiente intestinale, condizione che impedisce la crescita di altri batteri per noi pericolosi perché causa di malattie. Batteri come i fermenti lattici, utili e benefici per il nostro organismo, sono definiti probiotici (ossia «a favore della vita»).

 

                  
  Uso le domande guida  
  • Come sono fatti i batteri?

  • Che cosa sono le spore di resistenza?

  • Quali sono le diverse strategie di sopravvivenza adottate dai batteri?

  • Di che cosa si nutrono?

Scienze evviva! - volume 1
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