LA SPECIE
L’unità fondamentale della classificazione biologica è la specie.
Con il termine specie si definisce un insieme di individui, simili fra loro, in grado di
riprodursi, ossia di accoppiarsi e di dare vita a una prole fertile, anch’essa in grado
di fare figli a sua volta.
Il concetto di “dare vita a una prole fertile” è fondamentale per due ragioni: da un lato, sottolinea che lo scopo di una specie è quello di riprodursi, di continuare a esistere; dall’altro, segna la linea di confine tra due specie distinte.
Prendiamo l’esempio del mulo (5): il mulo nasce dall’accoppiamento tra un asino e una cavalla, animali appartenenti a due specie distinte (Equus asinus e Equus caballus). Il mulo, infatti, non è fertile, non può fare figli: è un ibrido, cioè un incrocio, sterile. Quello del mulo è, però, un caso limite: in natura è molto difficile che due specie diverse possano accoppiarsi, poiché nella maggior parte dei casi hanno strategie di corteggiamento diverse, organi riproduttivi oppure gameti (spermatozoi e cellule uovo) non compatibili.
Il concetto di specie vale non solo per gli animali, ma anche per le piante e per tutti gli organismi viventi.