CLASSIFICARE IERI E OGGI
A partire dal Settecento, lo studio della flora e della fauna dei nuovi continenti che erano stati scoperti spinse molti studiosi europei a elaborare dei sistemi di classificazione più efficaci di quelli applicati fin dall’antichità. Diversamente dalla maggior parte degli scienziati, che raggruppavano piante e animali sulla base di somiglianze e differenze, Linneo, per esempio, propose un metodo per classificare le piante che si basava sugli organi riproduttivi presenti nei fiori. L’idea sottesa al suo lavoro, però, era che la natura fosse in qualche modo “ferma”: un grande insieme di individui, piuttosto statico, creato dalla provvidenza divina. La differenza tra la nostra epoca e quella in cui visse Linneo è sostanziale, ed è stata inizialmente sancita dal lavoro di Darwin.
Charles Darwin (1809-1882) (2), naturalista inglese vissuto nell’Ottocento, ha dimostrato che la vita sulla Terra ha subito nel corso del tempo, e subisce continuamente,
un’evoluzione e che gli organismi oggi esistenti sono il risultato di cambiamenti che si sono verificati a partire da altre specie, in relazione ai mutamenti climatici, ai diversi ambienti che si sono formati, alle interazioni tra gli organismi e a molti altri fattori.
Per questo motivo, oggi gli studiosi non cercano solo di classificare
gli organismi, ma anche di individuare le relazioni
di parentela, ossia i legami esistenti tra le diverse specie. Per riuscire in questo intento, però, l’analisi esteriore di un organismo raramente è sufficiente, e bisogna allora ricorrere ad altre metodologie, come la comparazione di diverse parti anatomiche, l’analisi del DNA (3) e di alcune proteine.