SPERIMENTIAMO: Come realizzare un foglio di carta riciclata

 Unità 7 AMBIENTE ED ECOLOGIA ›› 4 Sostenibilità ambientale: come ritrovare l’equilibrio

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SPERIMENTIAMO ›› COME REALIZZARE UN FOGLIO DI CARTA RICICLATA

OCCORRENTE

Un quotidiano; una bacinella; un setaccio da farina; un frullatore (anche a immersione); due strofinacci; un mattarello; un asciugacapelli o un ferro da stiro. Facoltativi: coloranti naturali o alimentari.

TEMPO NECESSARIO

Due o tre giorni, a seconda di quanto tempo si lascia a bagno la carta.

COME PROCEDERE

Sminuzziamo la carta in piccoli pezzi e lasciamola a macerare in una bacinella con acqua calda per 24 ore circa, finché non diventa una poltiglia. Il giorno dopo frulliamo la poltiglia ottenuta (allungandola con un po’ d’acqua, se troppo compatta) fino a farla diventare omogenea (1). Eventualmente, in questa fase, si può aggiungere un colorante. Appoggiamo il setaccio sul fondo della bacinella, che nel frattempo abbiamo sciacquato, e rimettiamo l’impasto ottenuto nella bacinella insieme ad altra acqua. Solleviamo con cura il setaccio, facendo in modo che raccolga tutta la poltiglia; scoliamo l’acqua in eccesso e ricopriamo l’impasto depositato con uno strofinaccio. Rovesciamo lo strofinaccio su un piano o un tagliere (2) e ricopriamolo con il secondo strofinaccio; passiamo più volte il mattarello per togliere il residuo di acqua (3). Una volta che l’impasto steso sarà asciutto (possiamo aiutarci con l’asciugacapelli o il ferro da stiro), stacchiamo il foglio ottenuto (4).

ENERGIE DA FONTI RINNOVABILI

Nell’ambito di un modello di sviluppo sostenibile, in cui cioè le risorse a disposizione non vengono intaccate per lasciarle alle generazioni future, è necessario utilizzare fonti di energia che si rigenerano almeno alla velocità con cui sono consumate e che non immettono nell’atmosfera sostanze inquinanti (come l’anidride carbonica): queste fonti di energia sono definite rinnovabili. L’uso dell’aggettivo rinnovabili serve per differenziarle dalle fonti di energia tradizionali, come il petrolio e il carbone, che pur essendo di origine naturale impiegano per riformarsi una quantità di tempo enormemente superiore alla velocità con cui vengono consumate e rilasciano nell’atmosfera una considerevole quantità di sostanze inquinanti.

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Sono fonti di energia rinnovabili il Sole, il vento, l’acqua, l’energia geotermica, ossia il calore proveniente dal sottosuolo, il moto ondoso del mare e le maree.
I pannelli solari e fotovoltaici (10), per esempio, permettono di utilizzare l’energia solare e possono fornire a un edificio acqua calda e l’elettricità necessaria a far funzionare i vari impianti in esso presenti. Le pale eoliche (11) sono giganteschi impianti che permettono di catturare il vento e trasformarne la forza in energia utilizzabile per altri scopi, per esempio energia elettrica. Con l’energia geotermica vengono scaldate molte abitazioni nel Nord d’Europa (12).
Anche i biocarburanti, ossia tutti quei carburanti ottenuti da materie prime vegetali, rinnovabili e non inquinanti, possono essere compresi tra le energie da fonti rinnovabili.

  Uso le domande guida  
  • Che cosa significa “ecosostenibile”?

  • Che cosa misura l’impronta ecologica?

  • In che modo è possibile riciclare?

  • Quali sono le principali fonti di energia rinnovabili?

    SCIENZE +     Dall'olio di frittura al biodiesel 

Tra le varie tecniche recentemente sperimentate per ottenere i biocarburanti, merita particolare attenzione quella che ricava biodiesel a partire dall’olio vegetale esausto (usato). L’olio che in casa avanza dalla frittura, dalla normale cottura, dal tonno, dalle conserve sott’olio, come anche gli oli scaduti, non devono assolutamente essere gettati nei lavandini, nel wc né tantomeno nel terreno. L’olio, infatti, oltre ad arrecare seri danni ai depuratori, è un rifiuto altamente inquinante e pericoloso che, tanto nell’acqua quanto nel terreno, impedisce all’aria di passare e comporta la morte degli organismi che in questi ambienti vivono. Deve invece essere raccolto in contenitori adeguati (è sufficiente una bottiglia di plastica pulita) e portato negli appositi centri di raccolta. Attraverso un procedimento chimico piuttosto semplice, dall’olio di cucina usato è possibile separare biodiesel e glicerina naturale (usata dall’industria cosmetica per produrre creme e saponi), come stanno facendo a livello industriale alcuni impianti italiani: è un esempio concreto di una pratica ecosostenibile, che converte un rifiuto in materia prima senza ulteriore impiego di risorse. A causa della pericolosità dell’olio da cucina per l’ambiente, molti comuni italiani si sono attivati per la sua raccolta; perché possa essere riciclato, però, non deve essere miscelato con altri oli minerali o sintetici.

Scienze evviva! - volume 1
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