Unità 7 AMBIENTE ED ECOLOGIA

3 L’uomo e l’ambiente: quando l’equilibrio si spezza

Come interagisce l’uomo con l’ambiente? 
Quali sono gli effetti dell’attività umana? 
Che cos’è l’inquinamento? 


Quando si parla di ecologia e di piante e animali che vivono in un determinato ambiente, ci si dimentica troppo spesso che tra gli esseri viventi ce n’è uno, in particolare, che ha fatto e fa sentire molto forte la sua presenza nell’ecosistema Terra: l’uomo. I rapidi progressi tecnologici e il costante aumento della popolazione (8), grazie al miglioramento delle condizioni di vita, incidono pesantemente sull’ambiente. Pensiamo solo agli effetti che la rivoluzione industriale e l’invenzione dei mezzi di locomozione hanno avuto e hanno tuttora sul nostro Pianeta.
L’uomo interviene sull’ambiente naturale modificandone l’equilibrio. Gli effetti dell’azione umana, però, sono permanenti, e l’equilibrio, turbato, non riesce a essere ripristinato. Affinché l’ecosistema naturale possa ritrovare il suo equilibrio si deve eliminare l’elemento di disturbo: questo vuol dire che noi, esseri umani, dobbiamo modificare la nostra interazione con l’ambiente.


(8) Aumento della popolazione

Dal grafico, che rappresenta l’aumento della popolazione umana negli ultimi 10000 anni, si nota come l’incremento più consistente e più rapido si sia verificato negli ultimi 150 anni (il picco arancio).

INQUINAMENTO

Uno degli effetti più evidenti della presenza e dell’azione dell’uomo sul nostro Pianeta è l’inquinamento, cioè l’immissione nell’aria, nell’acqua e nel suolo di sostanze che derivano dall’attività umana e che minacciano la salute e la sopravvivenza di piante e animali, uomo incluso.
Questo tipo di sostanze, dette inquinanti, determinano un’alterazione, più o meno grave, dell’ambiente. Un esempio sono i rifiuti, gli scarichi industriali, lo smog (inquinamento atmosferico), come anche il rumore eccessivo (inquinamento acustico) e l’inquinamento luminoso, che tra le altre cose impedisce a chi abita in grandi città di osservare di notte il cielo stellato.

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L’inquinamento atmosferico è il principale responsabile dell’aumento nell’atmosfera dei gas serra (come anidride carbonica e metano), ossia di quei gas che ostacolano la dispersione dell’energia termica in eccesso. La nostra atmosfera, infatti, trattiene naturalmente parte dell’energia termica che il Pianeta riceve dal Sole; ma una massiccia concentrazione dei gas serra fa sì che il calore trattenuto sia eccessivo, provocando l’innalzamento delle temperature e i mutamenti ambientali che ne conseguono: scioglimento dei ghiacciai, innalzamento del livello dei mari, alluvioni ecc. 

L’inquinamento rappresenta un problema assai vasto e complesso da risolvere, che richiede una grande attenzione e ingenti investimenti economici, oltre a una giusta dose di buon senso. Pensiamo ai numerosi incidenti accaduti alle navi petroliere, che hanno comportato danni ambientali gravissimi a causa della fuoriuscita di petrolio: mare inquinato, interi ecosistemi marini distrutti e uccelli uccisi. Spesso la causa è l’incuria da parte dell’uomo, che continua a utilizzare navi vecchie e rovinate, non più in grado di assicurare la tenuta di un carico così pericoloso. Se per distruggere un intero ecosistema marino basta un tempo molto breve, perché esso si ricostituisca serve invece un tempo molto lungo, di decine e decine di anni.

  fare per imparare  

SPERIMENTIAMO ›› COME SI COMPORTANO I DIVERSI TIPI DI RIFIUTI

OCCORRENTE

Un vaso per i fiori o una cassetta di legno; diversi tipi di rifiuti (bianchetto usato, mozzicone di sigaretta, fazzoletto di carta, stoffa, tubetto di colla stick, contenitori in tetrapack per latte o succhi di frutta, bucce di frutta, gusci di noci, nocciole ecc.); terra; cartellini indicatori (stecchini lunghi da spiedino e carta); acqua.

TEMPO NECESSARIO

Alcuni mesi; sarebbe opportuno cominciare l’esperimento all’inizio dell’anno scolastico e portarlo avanti durante l’anno.

COME PROCEDERE

Riempiamo il vaso o la cassetta, appositamente foderata, con la terra e sotterriamo i rifiuti scelti (è sufficiente un piccolo pezzetto di ciascuno), segnalando esternamente con un cartellino il tipo di rifiuto sotterrato; bagniamo periodicamente il tutto con poca acqua. Prepariamo una tabella a più colonne in cui indicare: i tipi di rifiuti sotterrati, la data di inizio dell’esperimento, le date in cui si effettuano i controlli e lo stato in cui si trova il rifiuto a ogni controllo.
Sarà interessante osservare come i rifiuti organici (le bucce, per esempio) si decompongono velocemente nella terra, senza lasciare traccia; i rifiuti a base di carta modificano la loro consistenza, segno che la decomposizione sta iniziando; mentre oggetti anche molto usati come bianchetto o colla stick non si deteriorano anche nell’arco di mesi.


Scienze evviva! - volume 1
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