Dossier Arte - volume 3 

La Metafisica Oltre la Metafisica: Savinio, Morandi e De Pisis Filippo de Pisis Filippo de Pisis (Ferrara 1896-Milano 1956) rimane profondamente colpito dall incontro con l opera di De Chirico. Il primo impatto con la Metafisica, tuttavia, si concretizza prima nella sua ricerca letteraria, riverberandosi in pittura solo in un secondo momento e in una maniera del tutto personale. Stabilitosi a Parigi, dove soggiorna dal 1925 al 1939, egli realizza una serie di nature morte metafisiche, in cui le algide atmosfere mentali dechirichiane si sciolgono in una rappresentazione sensuale e carnale delle cose. „ La grande conchiglia Ne è un esempio perfetto La grande conchiglia (15), basata su un modo di costruire la rappresentazione tipico di De Pisis, in cui gli oggetti giganteggiano in primo piano su sfondi paesaggistici sconfinati, senza che vi sia una relazione plausibile tra primo piano e sfondo. In questo caso una conchiglia dai colori variopinti si erge maestosa davanti a un architettura dipinta di rosa, generando uno spaesamento fantastico dell oggetto, che assume le stesse dimensioni della costruzione. In primo piano è collocato un frutto verde; accanto alla conchiglia, che proietta una netta ombra innaturale sul terreno, è disposta una sorta di alga, anch essa dalle dimensioni spropositate. Al fondo, un esile silhouette nera si muove su una sconfinata spiaggia sabbiosa assolata, oltre la quale si intravede il mare color lavagna che si congiunge con il cielo all orizzonte. L atmosfera è contraddittoria: da una parte i colori conferiscono alla composizione una consistenza fisica diversa dalle cromie cerebrali di De Chirico, ma allo stesso tempo lo spaesamento spaziale evidenzia un atmosfera che rimanda alla dimensione del sogno. „ Rue des Volontaires Negli anni del soggiorno parigino, De Pisis studia la pittura impressionista soprattutto le opere di Monet, Sisley e Renoir , ha occasione di conoscere e ammirare la ricerca di artisti a lui contemporanei, come Soutine ( p. 342) e inizia a elaborare un tocco rapido, intriso di luce, che percuote la tela, come si può vedere in Rue des Volontaires (16). In questi anni la pittura di De Pisis è pervasa da un intenso vitalismo e al contempo da una sottile malinconia determinata dal senso di fugacità dell esistenza e dall inesorabile scorrere del tempo. Questa dimensione di precarietà e di continuo divenire è restituita sulla tela attraverso una pennellata veloce, vibrante, stenografica , come la definisce il critico Cesare Brandi. Successivamente, durante i viaggi a Londra e a Venezia, egli realizzerà paesaggi che nascono da un immersione totale nell atmosfera della città. De Pisis dipinge en plein air, collocando il proprio cavalletto di fronte al paesaggio che vuole raffigurare, per captare e restituire sulla tela i rumori, le sensazioni, le atmosfere della città. Ne scaturiscono composizioni di intensa vibrazione atmosferica, in cui le forme sono sfaldate dal tocco rapido. 15. Filippo de Pisis, La grande conchiglia, 1927, olio su tela, 53x41 cm. Torino, GAM. 16. Filippo de Pisis, Rue des Volontaires, 1925, olio su tela, 55x45,5 cm. Collezione privata. 337

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Dal Neoclassicismo ai giorni nostri