Dossier Arte - volume 3 

7 Le Avanguardie storiche 52. Umberto Boccioni, Rissa in galleria (La baruffa), 1910, olio su tela, 76,5x64 cm. Milano, Pinacoteca di Brera. 53. Umberto Boccioni, Gli stati d animo (I), Gli addii, 1911, olio su tela, 71x96 cm. Milano, Museo del Novecento. Umberto Boccioni Umberto Boccioni (Reggio Calabria 1882-Chievo 1916) è la figura di riferimento del gruppo. Teorico della pittura e della scultura futuriste, nel 1914 riunisce il suo pensiero in Pittura scultura futuriste: dinamismo plastico pubblicato nelle Edizioni futuriste di Poesia . Nel 1901 è a Roma, dove avviene la sua formazione; conosce il giovane pittore toscano Gino Severini, e insieme frequentano lo studio di Giacomo Balla. A tal proposito, ricorderà qualche anno più tardi Severini, Boccioni «che sentiva a fiuto le persone di valore aveva scoperto Balla [ ] Fu Giacomo Balla divenuto nostro maestro, che ci iniziò alla nuova tecnica moderna del Divisionismo . Nel 1906, Boccioni e Severini compiono un viaggio a Parigi. Pur partendo da una formazione comune a quella di Severini, Boccioni si muove in tutt altra direzione. Come Severini, tramite Balla, conosce la pittura postimpressionista e le coeve ricerche italiane divisioniste, ma dal maestro egualmente egli deriva un attenzione verso tematiche sociali legate al lavoro. „ Rissa in galleria Dopo il viaggio a Parigi e un soggiorno a Venezia e a Padova, Boccioni si stabilisce a Milano dove, oltre ad approfondire lo studio della pittura divisionista, può immergersi nell atmosfera di questa città moderna, in cui affiorano e convivono tutti gli aspetti sociali di una metropoli industriale in trasformazione. Ben presto l artista si lascia coinvolgere dall entusiasmo dirompente di Marinetti: lo conosce nel gennaio 1910, e subito aderisce al Futurismo. Il dipinto Rissa in galleria (52), realizzato proprio in quello stesso anno, sembra tradurre in pittura la foga, l energia, il dinamismo declamati da Marinetti. «Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo si legge nel Manifesto del Futurismo l insonnia febbrile, il passo da corsa, il salto mortale, lo schiaffo, il pugno Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere e dalla sommossa; 286 canteremo le maree multiformi e polifoniche delle rivoluzioni nelle capitali moderne . In quest opera Boccioni riflette sul dinamismo e sulla simultaneità della percezione tramite una scomposizione del colore che risente ancora della tecnica pointilliste. Una svolta sarà caratterizzata dall opera La città che sale ( pp. 288-289), realizzata fra il 1910 e il 1911, che segna emblematicamente il passaggio verso una pittura futurista. „ Gli stati d animo Un ulteriore passaggio nel percorso di Boccioni si evidenzia con Gli stati d animo, trittico composto da Gli addii, Quelli che vanno e Quelli che restano ed elaborato in due versioni, fra il 1911 e il 1912. Questi dipinti non rappresentano una scena desunta dalla realtà esteriore, ma spostano l attenzione sul piano delle sensazioni e delle emozioni, su qualcosa che non è fisicamente presente di fronte allo sguardo dello spettatore, ma che appartiene alla sfera immateriale, interiore. Gli stati d animo declinano il tema della partenza in tre momenti e, attraverso tre punti di vista diversi, colgono i vari sentimenti e le sensazioni legati al commiato di coloro che partono e di quelli che restano. Questo ciclo di lavori ha avuto una lunga gestazione, intervallata dal viaggio a Parigi che Boccioni compie con Carrà e Russolo per l organizzazione della mostra futurista alla Galleria Bernheim-Jeune. Come osservato, durante questo soggiorno i futuristi entrano in contatto diretto con il Cubismo, ricerca pittorica conosciuta, sino ad allora, esclusivamente tramite le riproduzioni pubblicate sulla rivista La Voce . Per quanto Boccioni sia scettico verso questo movimento, di cui critica la staticità, ne rimane influenzato. Ad avvalorare questa constatazione, si possono confrontare le due tele de Gli addii, l una precedente e l altra successiva al viaggio nella capitale d oltralpe. La prima (53) è ancora legata a influssi divisionisti, ma portati all eccesso, fino a trasformare la struttura puntiforme in

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Dal Neoclassicismo ai giorni nostri