Dossier Arte - volume 3 

Il Postimpressionismo Vincent van Gogh rato a ragione uno dei suoi capolavori. L interno buio di una capanna fa da cornice alla povera cena di una famiglia di contadini: il pasto è costituito da sole patate e caffè. L unico punto luminoso, la lampada appesa sopra il tavolo, proietta una luce violenta che colpisce i volti stanchi dei cinque personaggi, le loro mani rugose, gli abiti miseri, facendo calare sul dipinto una tetra rassegnazione. Il taglio prospettico e il contrasto luministico concentrano l attenzione sul centro del dipinto, impedendo allo sguardo di vagare a vuoto. Al contempo la bambina di spalle chiude idealmente il circolo familiare. Lo spettatore osserva la scena come immerso anch egli nel buio silente della cucina. La scelta di colori così cupi blu, grigio, marrone appena rischiarati da qualche punto di ocra e terrosi danno l impressione di un monocromo. Vera protagonista del dipinto è la povertà, quella stessa piaga che l artista aveva cercato di arginare nel suo impegno come pastore e che tratta con consapevolezza proprio per averla conosciuta dal vero. L accentuazione del chiaroscuro occhieggia alla tradizione del Seicento olandese, in particolare a Rembrandt, che Van Gogh ritiene magico , lamentando che il Louvre non lo esponga con l attenzione che merita. Quella stessa lampada, posta in una posizione tanto centrale, sarà ripresa nel 1937 in Guernica ( pp. 271-273) di Pablo Picasso. L esplosione del colore Il trasferimento a Parigi coincide con l aprirsi di nuovi orizzonti pittorici, non solo per una maggior varietà cromatica della tavolozza, ma proprio perché il colore prende definitivamente il sopravvento sul disegno: il quadro diviene pura materia pittorica. Van Gogh condivide la stessa Parigi degli impressionisti per lui un modello di ribellione ai canoni della pittura accademica che però lo trattano con diffidenza a causa delle sue scelte stilistiche estreme e dei suoi atteggiamenti al limite dello squilibrio. Al pari di Seurat e Gauguin egli è interessato alla potenzialità luminosa dei colori puri, una ricerca che raggiunge il suo culmine durante il soggiorno ad Arles (1887-1888). „ Augustine Roulin Nel Sud della Francia, il 23 dicembre del 1888 inizia il ritratto di Augustine Roulin, moglie di un amico, fino a quando una crisi di follia lo costringe a interrompere il dipinto che giunge infine alla sua quinta, e definitiva, versione all inizio del 1889 (12), quando è ormai internato nella clinica psichiatrica di Saint- 12. Vincent van Gogh, Augustine Roulin, 1888-1889, olio su tela, 92,7x73,7 cm. New York, The Metropolitan Museum of Art. Rémy. La donna è ritratta da un punto di vista estremamente ravvicinato, quasi a volerne rivelare i pensieri. Van Gogh ne evidenzia la corpulenza, soprattutto il seno abbondante, le mani legnose e segnate dal lavoro. Gli occhi chiari sono resi con una punta di verde intenso come fossero due gemme, «aveva un bello sguardo e presi il meglio ricorda l artista stesso. La donna tiene tra le mani un nastro con cui era solita far dondolare la culla: per questo il dipinto è stato indicato in passato anche col titolo di La berceuse (La culla). Lo sfondo, diviso tra un rosso intenso e un arabesco fiorato, elimina ogni possibile forma di prospettiva e cala il ritratto in una dimensione irreale. 179

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Dal Neoclassicismo ai giorni nostri