Dossier Arte - volume 3 

   9.  DAL DOPOGUERRA ALLA FINE DEL NOVECENTO >> I maestri e i movimenti del secondo Novecento

Igor Mitoraj

Nato in Germania ma in realtà di nazionalità polacca, Igor Mitoraj (Oederan1944-Parigi 2014) non fa strettamente parte della corrente dell’Anacronismo; tuttavia, nelle sue opere sono presenti numerosissimi riferimenti alla scultura antica, classica ed ellenistica. Si forma dapprima a Cracovia, poi a Parigi, dove risiede stabilmente dalla fine degli anni Sessanta. Per molto tempo Mitoraj ha frequentato con assiduità Pietrasanta, cittadina della Toscana nota da secoli per la lavorazione del marmo, per la fusione del bronzo e come crocevia di artisti di grande rilievo.

Grande Toscano

Realizzato nel 1981, il Grande Toscano (110) si presenta come un torso mutilo, debitore nei confronti della statuaria classica per quanto riguarda forme e trattamento delle superfici. Nell’ottica di valorizzare la prospettiva storica, Mitoraj sceglie di segnare la scultura con tagli e giunture, da interpretare come memorie dei restauri che tante statue antiche hanno ricevuto dal Rinascimento in avanti. All’altezza del cuore, il petto ospita una cavità in cui trova posto una testa caratterizzata dai tratti severi tipici di certa ritrattistica romana. Poco sotto un busto femminile, anch’esso modellato secondo i canoni della tradizione classica, emerge dal costato. I due elementi convivono con la figura principale come citazioni nella citazione, a ribadire l’evocazione inaspettata di un passato affascinante e per certi versi misterioso.

Eros Bendato

Anche la scultura Eros Bendato (111) giunge a noi come un frammento dell’antichità, come un reperto che ci suggestiona con la sua presenza colossale, immobile e silenziosa. I riferimenti all’arte greco-romana sono molteplici ed espliciti, come per esempio nella scelta di raffigurare un dio della mitologia classica e nella modalità di trattamento della superficie materica. La classicità che Mitoraj ci consegna è ancora una volta allo stato di rovina: infatti, come il torso del Grande Toscano era mutilo, così l’Eros Bendato è una testa parzialmente fasciata, priva del corpo e adagiata lateralmente sul terreno. La figura si presta a numerose possibili interpretazioni e il suo significato rimane connotato da un non troppo velato ermetismo.

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Dal Neoclassicismo ai giorni nostri