Dossier Arte - volume 3 

   9.  DAL DOPOGUERRA ALLA FINE DEL NOVECENTO >> I maestri e i movimenti del secondo Novecento

Roy Lichtenstein

Anche Roy Lichtenstein (New York 1923-1997) sceglie uno dei simboli della società consumistica; egli infatti focalizza la sua ricerca sullo smontaggio e l’ingrandimento delle strip dei fumetti. La parte di striscia di M-Maybe (A Girl’s Picture) (65) non differisce dalle migliaia di rappresentazioni analoghe che compaiono sui giornali degli anni Sessanta, ma Lichtenstein seleziona un particolare, lo decontestualizza dalla sequenza della narrazione illustrata e lo ingigantisce. Così facendo, il fumetto produce un effetto di straniamento e diventa un’opera quasi astratta: infatti i pensieri della protagonista contenuti nel balloon non veicolano più un significato ma rimangono sospesi come pure icone grafiche; inoltre, il forte ingrandimento trasforma alcune campiture di colore in fitte retinature di puntini, normalmente presenti nel processo di stampa tipografica, ma solitamente non percepibili a causa della piccola dimensione delle immagini.

Le influenze della Pop Art

Le declinazioni della Pop Art hanno un grande successo ed esercitano notevoli influenze sulla grafica, l’architettura e il design degli anni Sessanta e Settanta. È il caso del Progetto per una stazione di servizio Esso (66) di Vittorio De Feo (Napoli 1928-Roma 2002). Il disegno riporta in basso alcune sezioni del distributore e in alto presenta una prospettiva della stazione in rapporto alla limitrofa strada a scorrimento veloce. Proprio quest’ultima raffigurazione manifesta l’adesione dell’autore a un’estetica pop che esalta il marchio della compagnia petrolifera e il dinamismo sfrecciante del traffico automobilistico. L’uso delle campiture omogenee di colori primari e le scritte che evocano il rombo dei motori, per esempio, sono dettagli che rimandano inequivocabilmente all’opera di Roy Lichtenstein.

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Dal Neoclassicismo ai giorni nostri