DOSSIER: Ambiente stroboscopico n. 4
dossier l'opera
Davide Boriani
AMBIENTE STROBOSCOPICO N. 4
- 1967
- legno, specchi, lampade stroboscopiche, micromotori e sensori di prossimità, 405x405x300 cm
- Milano, Museo del Novecento
Il tempo e il luogo
Davide Boriani è uno dei fondatori dell’Arte programmata e cinetica e sviluppa una ricerca estremamente innovativa sul tema dell’interattività. A partire dal 1964 realizza infatti una serie di ambienti praticabili che integrano spazio, luce e colori per interagire con lo spettatore provocando fenomeni di spaesamento percettivo. L’Ambiente stroboscopico n. 4 è stato realizzato nel 2007 in occasione della mostra “Op art” alla Schirn Kunsthalle di Francoforte e oggi è conservato al Museo del Novecento di Milano: si tratta di una variante dell’Ambiente stroboscopico n. 3 costruito nel 1967 alla V Biennale di Parigi.
La descrizione e lo stile
L’installazione è costituita da un vano rettangolare delimitato da sedici specchi di 2,5 metri di altezza. All’interno di questo spazio, un ambiente quadrato più piccolo è individuato da altri specchi della stessa altezza. Il pavimento della parte perimetrale è dipinto a strisce rosse e verdi, mentre nel vano centrale è composto da ulteriori specchi calpestabili. Sul soffitto sono collocati specchi e proiettori stroboscopici programmati per alternare lampi rossi e verdi con il ritmo di 50 emissioni al secondo. Lo spettatore è parte integrante dell’opera. Infatti, quando entra nello spazio è lui stesso ad avviare una vera e propria macchina interattiva, calpestando senza accorgersene alcuni sensori nascosti che provocano la rotazione degli specchi più interni e l’accensione dei proiettori. Il moto dei pannelli riflettenti e le luci stroboscopiche conferiscono al pavimento e alle pareti un effetto di espansione illusoria e di dinamismo virtuale che immergono il fruitore in una situazione di intenso spaesamento.
Dossier Arte - volume 3
Dal Neoclassicismo ai giorni nostri