Jackson Pollock
Nel contesto dell’Espressionismo astratto americano, va inserita la cosiddetta Action Painting (pittura d’azione) di Jackson Pollock (Cody, Wyoming 1912-Long Island 1956), artista anticonformista dalla formazione sregolata e discontinua, che muore prematuramente in un incidente d’auto. Nel 1937, ad appena venticinque anni, Pollock è preda dell’alcolismo e inizia un intenso percorso di terapia psicoanalitica durante il quale, frequentando un ambiente medico colto e progressista, conosce le ultime Avanguardie culturali europee; il successivo incontro con la raffinata collezionista Peggy Guggenheim, che diventa sua mecenate, imprime alla vita dell’artista una svolta positiva e radicale. Nel 1947 rielabora la tecnica del dripping (sgocciolamento) già parzialmente messa a punto da Max Ernst nei primi anni Quaranta. Tale processo prevede che il colore sia estremamente fluido e che sia lasciato cadere in movimento sul quadro, direttamente dai barattoli o da lunghi pennelli usati come bastoni. La tela è adagiata sul pavimento e Pollock è impegnato con tutto il corpo in una sorta di danza che spesso si svolge sulle note del be-bop, un nuovo genere jazz che conduce in musica una ricerca di libertà analoga a quella dell’Informale (24).