Dossier Arte - volume 3 

   9.  DAL DOPOGUERRA ALLA FINE DEL NOVECENTO >> I maestri e i movimenti del secondo Novecento

Willem de Kooning

Anche l’opera di Willem de Kooning (Rotterdam 1904-New York 1997) è caratterizzata da una gestualità potente che tuttavia non abbandona mai del tutto la figurazione e che diventa sempre più ossessiva, ritornando sul già fatto in una continua ridefinizione dell’immagine. Olandese di nascita, l’artista arriva a New York poco più che ventenne e raggiunge la fama solo in età matura, dopo aver conosciuto periodi di indigenza ed emarginazione.

Buca delle lettere

In questo quadro della fine degli anni Quaranta (19) sono perfettamente leggibili le cancellature e i ripensamenti operati dal pittore durante il processo creativo. La tela è emblematica di una fase in cui De Kooning è interessato al disegno automatico di matrice surrealista, orientato tuttavia a rappresentare la realtà esteriore, piuttosto che a esplorare i segreti dell’inconscio. Infatti, nell’ampia composizione, accanto a predominanti elementi astratti, sono presenti particolari figurativi come le numerose bocche ghignanti che trasformano effettivamente l’opera in una sorta di “buca delle lettere”, riempita di immagini e messaggi provenienti dal mondo delle apparenze.

Woman II

Al culmine del successo, all’inizio degli anni Cinquanta, De Kooning abbandona l’Astrattismo di Buca delle lettere per concentrarsi su un soggetto figurativo tradizionale: il nudo femminile. Si dedica così a una serie di quadri monumentali, ben esemplificati da Woman II (20), in cui si sforza di adattare le fattezze della modella alla bidimensionalità della tela, restituendole al contempo da svariati punti di vista. Le pennellate sono fluide e ricche di colore e la tecnica è caratterizzata da un’inarrestabile successione di correzioni e cambi di impostazione, come se l’autore non riuscisse a trovare la conclusione dell’opera, tormentando l’immagine fin quasi a cancellarla.

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Dal Neoclassicismo ai giorni nostri