FOCUS: I Cretti di Burri, dal museo al paesaggio

   FOCUS 

I CRETTI DI BURRI: DAL MUSEO AL PAESAGGIO

A partire dai primi anni Settanta Alberto Burri si dedica alla realizzazione dei cosiddetti Cretti, in cui abbandona i contrasti cromatici e materici che, in larga parte, hanno caratterizzato la produzione precedente. Questa volta l’artista non violenta la materia, ma si esprime attraverso una stesura unica di un impasto di caolino, terre, colla vinilica e pigmenti bianchi o neri; tale miscela viene depositata ancora fresca su di un supporto di cellotex, un materiale industriale ottenuto amalgamando e compattando colla e segatura. Gestendo poi in maniera controllata i tempi di essiccazione e ritiro dell’impasto, Burri ottiene tessiture screpolate a cui è affidata tutta l’efficacia espressiva di opere che rimandano all’eterno confronto tra vitalità e disgregazione.
Il Cretto G 1 e il Nero Cretto G 4 sono presenze terrestri in cui una materia totalizzante, spessa e rugosa, dà vita a grandi superfici che coincidono con l’intera opera. Si tratta di composizioni assolute, solenni, dove Burri approda a una nuova forma di severa compostezza, animata soltanto da lievi variazioni dell’intensità e della dimensione delle crepe: in trama sempre più fitta verso i bordi nel primo caso; in progressione ascendente, da una superficie levigata a una massimamente crettata, nel secondo.
Alla fine degli anni Settanta i Cretti assumono le dimensioni e la consistenza di vere e proprie sculture che occupano gli atri, le corti interne o intere sale dei musei: è il caso del Grande Cretto Nero, realizzato questa volta in ceramica, che con i suoi molti metri di sviluppo occupa una lunga parete del Museo napoletano di Capodimonte.
Negli anni Ottanta la monumentalità di queste realizzazioni cresce ulteriormente, fino a toccare la dimensione paesaggistica nel Grande Cretto di Gibellina, cittadina siciliana rasa al suolo da un terremoto nel 1968. L’artista ricopre le macerie del paese con una gettata di cemento di oltre 80 000 metri quadrati, suddivisa in 122 blocchi irregolari da crepe ampie come vicoli urbani. Il cretto gigantesco si tramuta così in un caso di Land Art (► p. 456), ambiguamente situato sul confine tra natura e artificio; l’opera si rivela infatti al visitatore come una sorta di evento geologico creato dall’uomo, da praticare camminando per ritrovare la memoria della Gibellina perduta e per vivere una suggestiva esperienza spaziale ed emozionale.

   » il Punto su… 

FONTANA, LO SPAZIALISMO E L’ARTE INFORMALE

  • Nella seconda metà del Novecento si affermano in Europa e negli Stati Uniti nuove tendenze nell’arte, nell’architettura e nel design; emergono linguaggi soggettivi, vengono elaborate riflessioni sulla società di massa e si affermano correnti minimaliste.
  • Lucio Fontana (1899-1968) fonda il movimento dello Spazialismo, con l’obiettivo di adeguare l’arte al progresso scientifico e tecnico.
    A partire dalla fine degli anni Quaranta si dedica a installazioni ambientali ed elabora i primi Concetti spaziali (tele in cui pratica dei buchi), seguiti dalle Pietre e dai Barocchi, che superano la distinzione tra pittura e scultura, e dai Tagli, caratterizzati da una gestualità più austera.
  • L’Arte informale esprime la crisi esistenziale e ideologica del dopoguerra con pennellate decise, grumi e gocciolamenti di colore o anche graffi e corrosioni.
  • In Francia Jean Fautrier (1888-1964) rievoca il dramma della guerra con gli Ostaggi; Jean Dubuffet (1901-1985) formula il concetto di Art brut (Arte bruta), lontana da codificazioni e da intenzioni estetiche; Georges Mathieu (1921-2012) valorizza l’atto creativo, lavorando anche in pubblico.
  • Nell’Informale italiano il segno e il gesto divengono espressione di condizioni emotive e di istanze sociali. Tra i pittori informali italiani si ricordano Emilio Vedova (1919-2006), Carla Accardi (1924-2014), Giuseppe Capogrossi (1900-1972); tra gli scultori, Pietro Consagra (1920-2005).
  • Alberto Burri (1915-1995) impiega materiali poveri, che trasforma con processi diversificati per realizzare i Sacchi, le Combustioni, le Plastiche, i Cretti.

  DOMANDE GUIDA
1. Come si evolvono nel tempo i Concetti spaziali di Lucio Fontana?
2. A quali movimenti di anteguerra si riallacciano gli artisti informali?
3. A quale evento storico si riferiscono i dipinti di Fautrier intitolati Ostaggi?
4. Che cosa significa Art brut e chi ne è il promotore?
5. Quali sono le principali tematiche affrontate nell’Arte informale italiana?
6. Quali sono i materiali e le tecniche utilizzati da Alberto Burri?

Dossier Arte - volume 3 
Dossier Arte - volume 3 
Dal Neoclassicismo ai giorni nostri