9.  DAL DOPOGUERRA ALLA FINE DEL NOVECENTO

I maestri e i movimenti del secondo Novecento

Espressività oltre l’astrazione

All’indomani della Seconda guerra mondiale molti artisti danno voce ai drammi esistenziali del loro tempo attraverso un nuovo linguaggio, soggettivo e istintuale, che nei decenni seguenti porta a esiti del tutto originali. Esso viene denominato Informale in Europa ed Espressionismo astratto negli Stati Uniti d’America. Tale ricerca prende le distanze sia dalla rappresentazione figurativa, sia dall’astrazione geometrica, e si sviluppa secondo tre declinazioni fondamentali: la prima si concentra sull’aspetto gestuale del fare artistico; la seconda lavora sul significato del segno; la terza è focalizzata sulla materia e sulle sue molteplici caratteristiche tattili e cromatiche. Se il realismo, con la sua ponderazione, è superato, e anche la razionale arte astratta è ritenuta insufficiente a causa dei suoi limitati colori primari e della sua schematica bidimensionalità, l’unica alternativa espressiva è puramente estemporanea e irrazionale e si manifesta con pennellate, macchie e spesse stratificazioni di materiali pittorici, o con accumuli, tagli ed erosioni di materiali plastici.

L’arte e le icone della società di massa

Sia in Europa sia in America, accanto alle esperienze informali, vengono condotte ricerche interessate alla realtà quotidiana come fonte di ispirazione e di nuova vitalità per un’espressione artistica che si riappropria dell’ambiente in cui opera e che incorpora oggetti comuni. È l’avvento del New Dada e del Nouveau Réalisme, destinati a gettare le basi della successiva Pop Art. Quest’ultima rappresenta e amplifica i tratti di una società sempre più massificata, impiegando gli stessi strumenti della comunicazione visiva pubblicitaria, cinematografica o televisiva. Fotografie, slogan, grafiche e fumetti irrompono così sulla scena artistica, dando corpo a un inedito mondo figurativo caratterizzato dall’ accumulazione e dalla proliferazione di linguaggi. Grazie all’utilizzo di nuove tecniche di riproduzione l’arte supera la dimensione del capolavoro unico e irripetibile in favore di quella del prodotto multiplo e replicabile.

Riduzioni formali e materiche

Ulteriori linee di sviluppo dell’arte del secondo Novecento si concentrano sul valore dell’azione progettuale, o sui concetti veicolati dall’opera più che sull’esecuzione dell’opera stessa. Si tratta di tendenze razionaliste che rifiutano l’impulsiva emotività dell’Espressionismo astratto, o l’estetica variegata e commerciale della Pop Art, per scegliere invece la strada di una nuova essenzialità, in certi casi tendente addirittura a un vero e proprio azzeramento dell’oggetto artistico. Attraverso processi di severa riduzione formale e materica, esse approdano a realizzazioni contrassegnate da colori neutri, da forme minimali e da composizioni logiche e spesso seriali. Tali ricerche hanno consistenti ricadute anche sull’architettura e sul design, con opere semplici e rigorose, basate su una rigida selezione dei materiali e su un’esemplare chiarezza tipologica e costruttiva.

Nuove figurazioni per superare la Modernità

Dagli anni Sessanta la condizione antropologica e culturale, determinata da un capitalismo maturo, dà luogo, sul versante creativo, a un deciso superamento dei dettami razionali del Movimento Moderno, in favore di una libera e disincantata rilettura della storia. Tale fenomeno si manifesta dapprima negli Stati Uniti, poi in Europa, e viene identificato attraverso la definizione critica del cosiddetto Postmodernismo. Si tratta di una tendenza estetica, eclettica e articolata, che abolisce ogni distinzione tra produzione colta e cultura di massa e che si apre alle contaminazioni e alle ibridazioni degli stili. Anche nel design, soprattutto in Italia con esperienze collettive come Alchimia e Memphis, viene decretata la fine della Modernità; il progetto non si rivolge più ai bisogni di un utente tipo ma risponde ai desideri emozionali di molti individui diversi. Così, l’attenzione si sposta dalla funzione a un peculiare concetto di decorazione, che parla molteplici linguaggi figurativi e che rimane sospeso tra l’ironica citazione del passato e le icone di una nuova, fervida, stagione creativa.

Dossier Arte - volume 3 
Dossier Arte - volume 3 
Dal Neoclassicismo ai giorni nostri