Dossier Arte - volume 3 

   7.  LE AVANGUARDIE STORICHE >> Il Futurismo

La diffusione del Futurismo in Europa

Le mostre futuriste del 1912, organizzate da Marinetti in Europa, destano grande interesse e scalpore. In Inghilterra, il critico britannico Wyndham Lewis rimane molto colpito dall’esposizione futurista londinese e dal pensiero di Marinetti, tanto da assumere una posizione simile a quella del letterato italiano, facendosi promotore del Vorticismo, movimento che vuole portare l’attenzione sulla modernità, sul progresso e sulla tecnologia. Il Vorticismo, che gode altresì del sostegno ideologico del poeta Ezra Pound, nasce nel 1914; vi aderiscono molti artisti, fra i quali lo scultore Jacob Epstein (New York 1880-Londra 1959) (68).
Nel 1913 in Russia viene pubblicato il manifesto del Raggismo i cui animatori sono Michail Larionov (1881-1964) e la sua compagna Natalja Gončarova (1881-1962). Questo movimento si propone di coniugare lo studio dell’arte d’avanguardia europea con la riscoperta dell’arte popolare russa, in particolare gli smalti, i mosaici e le icone. Per i raggisti non è importante l’oggetto in sé, ma le irradiazioni del medesimo nella dinamica della visione. Come esplicitamente viene detto nel manifesto, il Raggismo nasce da una sintesi di Cubismo, Futurismo e Cubismo orfico di Delaunay. Circa l’influenza esercitata dal Futurismo – determinante – bisogna ricordare che Marinetti nel 1914 è in Russia per tenere un ciclo di conferenze che riscuotono grande successo. In realtà la circolazione delle idee e delle teorie futuriste in Russia risale al 1909, in quanto i testi marinettiani vengono tradotti con grande tempestività, catalizzando l’attenzione dei circoli d’avanguardia.
Un’opera che testimonia il forte legame con i temi futuristi è Il ciclista (69) di Natalja Gončarova. Questo soggetto permette all’artista di riflettere sul movimento e sul concetto di simultaneità. La visione coincide con quella del ciclista, che corre veloce nella città, attraversando rapidamente il paesaggio urbano. Tale punto di vista è restituito sulla tela attraverso una frammentazione e sovrapposizione di scritte – quelle delle vetrine, delle insegne stradali, della pubblicità –, di gesti (la mano sovradimensionata sullo sfondo che indica qualcosa) e di luoghi (la vetrina con il cappello, per esempio). Sia Larionov che Gončarova superano ben presto ogni riferimento figurativo per giungere all’astrazione. Si veda a tal proposito Paesaggio raggista (70) di Larionov, tripudio di luce e colore, steso quest’ultimo sulla tela con un impeto quasi gestuale.

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Dal Neoclassicismo ai giorni nostri