Dossier Arte - volume 3 

   7.  LE AVANGUARDIE STORICHE >> Il cubismo

Picasso dopo il Cubismo

La tragedia bellica scuote gli animi e l’ottimismo che aveva caratterizzato il clima artistico dell’avanguardia subisce una battuta d’arresto. Gli artisti sentono l’esigenza di ritrovare un nuovo ordine formale; tornano a guardare l’arte del passato e a confrontarsi con il mestiere e la tradizione.

Questi dubbi coinvolgono anche Picasso, il quale comincia ad avere qualche perplessità sulla ricerca cubista. Torna così a meditare sul disegno di Ingres e nel 1916, tramite l’amicizia con lo scrittore e regista Jean Cocteau, inizia la sua collaborazione con il teatro. Nel 1917, infatti, è con l’amico a Roma per incontrare Sergej Pavlovič Djagilev, il fondatore dei Balletti Russi, e lavora alle scenografie e ai costumi di Parade, opera scritta da Cocteau e musicata da Erik Satie. Durante il viaggio in Italia, visita Pompei e scopre la pittura di Raffaello e Michelangelo.

Ritratto di Olga

A Roma esegue il ritratto della ballerina Olga Kokhlova (29), di cui si innamora, tanto da seguirla nel suo tour spagnolo. Olga sarà la modella di numerose sue opere del periodo. Questo dipinto denota un ritorno al classico e soprattutto il recupero di un disegno sinuoso e di un equilibrio formale che ricorda la ricerca pittorica di Ingres. Picasso dà vita in questa composizione a un raffinato accordo di colori, stoffe ed elementi decorativi. Il vestito scivola sulla spalla morbido e trasparente lasciando affiorare l’incarnato. La consistenza della stoffa della poltrona contrasta con il panno intensamente decorato su cui la figura è appoggiata e con il ventaglio che tiene tra le mani. I tratti del viso sono perfetti e morbidi, con lo sguardo fisso, a immergere la composizione in una sospesa dimensione atemporale accentuata altresì dallo sfondo neutro e non finito che la accoglie.

Tre donne alla fontana

L’impatto determinato dall’incontro con la scultura antica si evidenzia nelle opere realizzate fra il 1920 e il 1923 e coincide con quello che la critica ha definito il “periodo mediterraneo” di Picasso. I corpi si fanno monumentali, come si può vedere in Tre donne alla fontana (30): ricordano le figure degli antichi bassorilievi funebri greci e sembrano anch’esse scolpite nella pietra più che dipinte, con le vesti il cui panneggio sembra ricordare le scanalature delle colonne dei templi ellenici. Il colore, orchestrato attorno alle varianti cromatiche dell’ocra, accentua il valore scultoreo della composizione, in cui il fondo astratto e privo di profondità porta lo sguardo alle tre figure che sembrano appunto sbalzate come in un bassorilievo. La critica ha colto per quest’opera anche un’ispirazione derivante dai Pastori in Arcadia di Poussin. In questa propensione verso la ricerca di un valore classico dell’arte, che Picasso esplora attraverso l’ispirazione a periodi diversi della classicità – dalla scultura antica, appunto, a Poussin – il gesto si fa rituale in un’atmosfera di monumentale atemporalità.

Dossier Arte - volume 3 
Dossier Arte - volume 3 
Dal Neoclassicismo ai giorni nostri