La Scuola di Chatou

   7.  LE AVANGUARDIE STORICHE >> Espressionismi

La Scuola di Chatou

I pittori Maurice de Vlaminck e André Derain sono stati spesso accomunati sotto la definizione di “Scuola di Chatou” derivante dal nome della località lungo la Senna – uno dei luoghi privilegiati anche dagli impressionisti – dove i due amici si recavano a dipingere.
Il paesaggio, declinato in vedute fluviali, marine e scorci della campagna, è uno dei soggetti prediletti di questi artisti francesi. Oltre a essere un retaggio della pittura impressionista, l’attrazione per i luoghi agresti e della periferia risponde a una propensione per la ricerca di una dimensione primitiva e incontaminata.

Maurice de Vlaminck

Fra gli artisti fauves il più dirompente e violento è Maurice de Vlaminck (Parigi 1876-Rueil-la-Gadelière 1958). Di origine fiamminga, “il barbaro tenero e pieno di violenza”, com’egli stesso si definisce, esaspera la pennellata, che si fa più tormentata e vorticosa, di radice vangoghiana.

Paesaggio con alberi rossi

Come possiamo vedere nel Paesaggio con alberi rossi (7), i suoi colori sono sempre accesi e infuocati, densi e pastosi, stesi talvolta spremendo il colore direttamente dal tubetto. L’urgenza della pennellata rivela una forte istintualità, al contrario della ricerca di Matisse o di Derain, più pensata e meditata. La visione dell’arte di De Vlaminck è pertanto più concitata e tormentata rispetto a quella dei suoi compagni di strada e ben stigmatizzata in alcune riflessioni che evidenziano la sua peculiare prospettiva espressionista: «Che cos’è il fauvismo? Sono io. È il mio essere in quest’epoca, il mio modo di ribellarmi e liberarmi nello stesso tempo, di rifiutare la scuola, il gruppo: i miei blu, i miei rossi e gialli, i miei colori puri senza mescolanze di toni».

André Derain

Nella pittura di André Derain (Chatou 1880-Garches 1954) l’energia della pennellata e la forza del colore sono invece contenute in forme più definite e plastiche, che rivelano una maggior dimensione costruttiva dell’immagine, come si osserva nel paesaggio di L’Estaque, località del golfo di Marsiglia.

L’Estaque

Questo dipinto (8) evidenzia una particolare attenzione verso la lezione di Cézanne e un fascino per la luce derivato dalle suggestioni neoimpressioniste, coniugato con un’esaltazione del colore che tuttavia non raggiunge mai l’essenzialità e la purezza del colore di De Vlaminck. Derain rappresenta uno scorcio della pineta dell’Estaque oltre la quale si vede il mare in una giornata assolata d’estate. La luce e i colori comunicano un senso di forte energia: gli alberi diventano rossi e arancioni, svincolando la visione da una dimensione mimetica e facendo affiorare costantemente l’intenso vitalismo della natura e dell’animo umano di fronte alla contemplazione del paesaggio.
La stagione fauve costituisce per Derain un transito verso il Cubismo e, negli anni del Ritorno all’Ordine (►p. 364), verso una purificazione della forma – passaggio agevolato certamente dal forte interesse per le forme primitive ed essenziali dell’arte negra e dell’arte medievale francese.

Dossier Arte - volume 3 
Dossier Arte - volume 3 
Dal Neoclassicismo ai giorni nostri