Il Simbolismo in Italia

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Il Simbolismo in Italia

Gaetano Previati

Il Simbolismo in Italia ha declinazioni stilistiche differenti a seconda delle regioni: in area lombarda, per esempio, si sovrappone al Divisionismo.

Maternità

Alla Prima Triennale milanese nel 1891, Gaetano Previati (Ferrara 1852-Lavagna 1920) presenta la monumentale Maternità (52) che, con i suoi oltre 4 metri di base, mostra una «madre divina [che] allatta il suo bambino» attorniata da angeli preganti. Previati dispone il circolo angelico in modo da lasciare un’apertura in primo piano che accompagni lo sguardo verso l’azzurro intenso dell’abito della Madonna. Il misticismo della scena è enfatizzato dal controluce intenso creato dal bagliore emanato da una sorta di aureola alle spalle della donna. La situazione ha perso ogni connotazione realistica, i personaggi si confondono in un giardino di luce che la pittura filamentosa rende con straordinaria efficacia. Quel «ricamo in lana svanito nei colori», come la critica definisce il dipinto, contribuisce alla creazione di un clima di sospensione e mistero che è tratto tipico della cultura simbolista.

Notturno (Il silenzio)

Nella fase matura della sua carriera Previati stempera il Divisionismo lasciando emergere maggiormente il disegno. Nel Notturno (Il silenzio) (53), uno dei pannelli esposti al Salon d’Automne a Parigi nel 1909 e destinato alla decorazione della sala della musica della figlia del mercante Alberto Grubicy (1852-1922), due fanciulle siedono l’una a fianco dell’altra sullo sfondo di un paesaggio notturno: una dorme e l’altra veglia su di lei con aria sognante. L’utilizzo quasi esclusivo del blu, che sfiora il monocromo, crea un’ambientazione notturna mentre il movimento sinuoso delle vesti – evidente rimando al Giugno fiammeggiante di Leighton – segue idealmente il movimento della propagazione della musica nella stanza. Nel 1910 il critico italiano Nino Barbantini ne dà una descrizione poetica ed efficace nel coglierne il carattere simbolico: «La notte silenziosa ed azzurra si distende sulla pianura, e una donna pensosa guarda fissamente nell’infinito; ma la sua compagna abbandonata nella sua tristezza dolce e fonda, ha l’infinito dentro di sé e pare che la creatura infinita e triste debba da un punto all’altro dissolversi nella malinconia della notte, svanire con il suo abbandono e con la sua tristezza nel mistero notturno». Le due donne sono state interpretate anche come le due anime della notte: la veglia e il sonno, ma pure come conscio e inconscio, tra realtà e sogno.

Dossier Arte - volume 3 
Dossier Arte - volume 3 
Dal Neoclassicismo ai giorni nostri