Fernand Khnopff e Frederick Leighton
Più a Nord, in Belgio, il Simbolismo tende a essere emotivamente più algido e intellettualmente ancora
più sofisticato come nel caso di Chiudo la porta su me stessa (50),
un ritratto allegorico che Fernand
Khnopff (Dendermonde 1858-Bruxelles 1921) espone nel 1891. L’artista è in contatto con l’ambiente artistico sia
francese sia inglese, tanto che il dipinto s’ispira all’omonimo poema – I lock the door upon myself – di Christina Rossetti, sorella del celebre capofila dei preraffaelliti. In un interno claustrofobico,
dominato dagli ocra e dagli azzurri, in cui tutto è definito ma ben poco è coerente e riconoscibile,
una donna fissa l’osservatore con uno sguardo malinconico
e assente. Il primo piano è tenuto dai tre gigli che creano una sorta di barriera tra il
mondo reale e l’onirismo della scena. La donna, la cui carnagione contrasta col rosso caldo della
chioma,
sembra voler ipnotizzare lo spettatore, rivelando l’interesse di Khnopff, almeno
dal 1880, per gli esperimenti di occultismo e ipnotismo. A rafforzare quest’ipotesi vi è la presenza
di Hypnos (Ipnosi), scultura modellata dallo stesso Khnopff, sulla mensola alle spalle della
donna.
Uno dei maggiori rappresentanti del Simbolismo inglese è Frederick
Leighton (Scarborough 1830-Londra 1896) che, formatosi alla Royal Academy, ebbe negli anni Sessanta una breve stagione
preraffaellita. Dal 1864 viene accolto tra i soci della prestigiosa Accademia, della quale dal 1878
ricopre il titolo di presidente, e diviene uno dei più affermati artisti del suo tempo, dando una
spinta significativa alla diffusione del Simbolismo in area inglese. Sia scultore che pittore, giusto
un anno prima della morte realizza
Giugno fiammeggiante (51), frutto della sua piena maturità
artistica. Una donna, accovacciata in una poltrona e avvolta tra i veli delle sue vesti, dorme di
un sonno profondo. La presenza dell’oleandro sulla balaustra getta un’ombra di morte
sul dipinto e trasforma il
sonno nella metafora stessa del riposo eterno. Il dipinto diviene un monito poiché questo giugno fiammeggiante,
che prelude ai colori caldi dell’estate, avrà anch’esso una fine. Nei tratti della donna si potrebbero
riconoscere sia quelli dell’attrice Dorothy Dene (1859-1899) sia quelli della musa e modella Mary
Lloyd. Leighton non rinuncia ad alcuni virtuosismi tipici della più ammirabile pittura accademica:
la resa dell’incresparsi del tessuto, a sua volta trasparente e impalpabile, il riflesso della luce
sullo specchio d’acqua retrostante, la luminosità tersa e l’accensione dorata che scalda i toni del
dipinto sono elementi che rendono il soggetto estremamente accattivante.