La Sirena
Sartorio è tra i simbolisti di maggior respiro internazionale: ha una formazione pressoché autodidatta che inizia col padre scultore, passando per il contatto diretto con i preraffaelliti e i simbolisti tedeschi: sirene, naiadi e creature marine avevano popolato la pittura di Arnold Böcklin fin dagli anni Ottanta.
La Sirena di Sartorio ammalia un giovane e lo trascina negli abissi; l’acqua è resa con una pennellata che segue la vorticosità della corrente. Sartorio propone l’immagine di una figura femminile seduttrice e letale che è tipica della cultura simbolista, rappresentandola con caratteristiche della pittura preraffaellita, come dimostra il contrasto tra il colore rosso intenso dei capelli e il verde dell’acqua. I due nudi mostrano una carnalità palpabile che dona al dipinto quella sensualità
lasciva e decadente tipica dell’epoca. Il formato rettangolare stringe sulle figure – che entrano in diagonale – senza aprire la veduta ad alcun orizzonte mentre il punto di vista, fortemente scorciato dall’alto, enfatizza il senso di pericolo e al contempo crea quella componente onirica che non sfugge a Luigi Pirandello quando, nel 1895, scrive «e vi par di sognare guardandolo».