Odilon Redon
Con una formazione certo meno accademica Odilon Redon (Bordeaux 1840-Parigi 1916) è uno dei protagonisti del Simbolismo francese.
Con una formazione certo meno accademica Odilon Redon (Bordeaux 1840-Parigi 1916) è uno dei protagonisti del Simbolismo francese.
Abile disegnatore, tra il 1882 e il 1883 realizza una serie di litografie dedicate ai racconti dello scrittore inglese Edgar Allan Poe, le cui poesie erano state recentemente tradotte in Francia da Mallarmé e Baudelaire: come bene evidenzia La maschera della morte rossa (47), più che mere illustrazioni, le immagini create da Redon sono visioni. Egli dà forma visiva ai toni cupi, al senso di angoscia e claustrofobia del racconto di Poe. L’artista raffigura l’orologio che scandisce lo scorrere del tempo e l’approssimarsi della morte degli ospiti del principe Prospero che, durante una festa in costume, ricevono la visita di un misterioso invitato dalla maschera insanguinata e dalle sembianze di un cadavere, che si rivelerà essere la personificazione dell’epidemia di colera alla quale stavano cercando di sfuggire barricati nel palazzo del principe. Tecnicamente Redon tiene in evidente considerazione la lezione di Goya ed enfatizza i chiaroscuri ad accentuare la dimensione onirica dell’immagine e dunque la sua presa emotiva sull’osservatore. Redon ottiene il meritato riconoscimento come artista solo a partire dal 1884, con l’illustrazione del celebre romanzo di Joris-Karl Huysmans, À rebours, che racconta il tentativo del ricco Des Esseintes di vivere “controcorrente”.
Abile acquarellista e grafico, Redon mantiene un forte senso del disegno anche in pittura e persino nel
pastello, tecnica alla quale si consacra quasi esclusivamente a partire dal 1890, momento in cui
partecipa attivamente anche al gruppo dei Nabis. Proprio nel 1890 realizza Gli occhi chiusi (48), un olio che mantiene il carattere palpabile e le sfumature
dolci del pastello. Non è chiaro perché la donna, che ha i tratti di sua moglie Camille Falte, tenga
gli occhi chiusi: l’artista potrebbe aver voluto rappresentare il sonno o una metafora della morte
oppure, semplicemente, immortalare un momento di riflessione su pensieri e visioni “altre” precluse
allo spettatore.
Redon dimostra di attingere da fonti rinascimentali: la figura ha infatti la plasticità e la pulizia
formale dei busti femminili di Francesco Laurana, nonché dello Schiavo morente di Michelangelo,
anch’esso con gli occhi chiusi e da poco esposto al Louvre. La pennellata, talmente diluita da far
intravedere la trama della tela sottostante, sospende il soggetto in uno spazio indefinito, trasfigurando
il volto della donna nella sua stessa anima.
Dossier Arte - volume 3
Dal Neoclassicismo ai giorni nostri