Dossier Arte - volume 3 

   5.  DAL POSTIMPRESSIONISMO AL SIMBOLISMO >> Il Simbolismo

Il Simbolismo in Germania e nel Nord dell’Europa

Il vento del Simbolismo soffia anche sul resto dell’Europa con esiti piuttosto differenti nella forma, ma identici nella volontà di andare oltre la resa epidermica e la rappresentazione del soggetto per rivelare l’ignoto. In tutta l’area tedesca e mitteleuropea il concetto di Simbolismo alla fine del secolo si sovrappone, confondendosi talvolta, con quello di secessione, ovvero del movimento di rottura con le regole imposte. Monaco di Baviera, con la sua salda Accademia e un ottimo sistema di mostre annuali, è un’alternativa possibile a Parigi. Primo maestro indiscusso del Simbolismo tedesco è Arnold Böcklin (► pp. 214-215). Dal 1897 Franz von Stuck (Tettenweis 1863-Monaco di Baviera 1928), che già da due anni è docente di pittura all’Accademia, mette a punto una pittura che, attraverso un sapiente uso del contrasto chiaroscurale e una stesura piuttosto fluida, eleva i soggetti presi dalla mitologia a simboli universali o precetti moraleggianti. È il caso del celebre Il peccato (49), sul quale Von Stuck comincia a riflettere a partire dal 1891 e del quale esistono almeno undici versioni, tra cui quella conservata alla Galleria Civica di Palermo che l’artista aveva esposto alla Biennale di Venezia nel 1909. Il soggetto, che per la prima volta compare alla Mostra della Secessione di Monaco nel 1893, suscita grande stupore e curiosità; la critica resta colpita dalla «liscia freddezza e flessuosa forza di serpe a riposo sul morbido tepore del corpo bianco, risplendente di allettanti promesse». L’erotismo della figura femminile ammaliò il pubblico: Von Stuck delinea infatti una giovane donna le cui nudità sono appena coperte dall’ombra e dalle spire di un insidioso serpente.
Il rimando è naturalmente alla vicenda biblica di Adamo ed Eva, con una forte accentuazione dell’aspetto del proibito che sposta la lettura del dipinto nel campo della morale e, inevitabilmente, anche sul concetto di memento mori .

Dossier Arte - volume 3 
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Dal Neoclassicismo ai giorni nostri