Paul Sérusier e il manifesto pittorico dei Nabis
Col termine “Nabis” – dall’ebraico profeti – si intende un gruppo di artisti francesi che, dal 1888, si riuniscono attorno a Paul Sérusier (Parigi 1864-Morlaix 1927). Il nome, coniato dal poeta Henri Cazalis (1840-1909), rimanda alla straordinaria sensibilità propria dell’artista, che consentirebbe di profetizzare, di immaginare quanto potrà accadere in futuro, in particolar modo la direzione dell’arte per essere autenticamente innovatrice. A differenza di altre manifestazioni del Postimpressionismo, i Nabis sono un vero gruppo, capitanato da un teorico, il pittore Maurice Denis: egli stabilisce come il dipinto, nella sua estrema essenza, sia una superficie piana sulla quale viene steso del colore e dunque come esso non possa soddisfare esigenze naturalistiche, ovvero non possa essere in grado di restituire la realtà nella sua veridicità. In generale i Nabis condividono una formazione legata all’Accademia Julian di Parigi, una scuola fondata da Rodolphe Julian (1839-1907) nel 1868 con lo scopo di formare gli studenti intenzionati a entrare alla più prestigiosa Accademia di Belle Arti. Fin dagli anni Ottanta, però, la Julian si configura come una realtà vivace che accoglie giovani artisti aperti alla sperimentazione e alla ricerca di un linguaggio originale rispetto a quanto li ha preceduti. I Nabis, sensibili ai risultati dei colleghi simbolisti (► p. 210) – Puvis de Chavannes, Redon e Moreau – influenzati dalla piattezza delle stampe giapponesi e dagli esiti ultimi dei preraffaelliti inglesi, elaborano un linguaggio pittorico basato sul contrasto cromatico di ampie campiture stese in una composizione completamente libera dal disegno. La netta definizione delle figure e l’assenza di sfumature dimostrano come i Nabis abbiano rielaborato anche il cloisonnisme tipico del Gauguin maturo, artista considerato dal gruppo come un faro della ricerca pittorica. I Nabis espongono ininterrottamente dal 1891 al 1897, interessandosi anche di grafica e scenografia teatrale.