La scultura impressionista

   4.  LA STAGIONE DELL’IMPRESSIONISMO >> L’Impressionismo

La scultura impressionista

Non si può parlare di una vera scultura impressionista ma di alcuni artisti che, con qualche anno di ritardo a causa della difficoltà di sperimentazione dovuta alla materia stessa della scultura, hanno affrontato le tematiche tipiche della vita quotidiana e mondana con una tecnica che mirava alla resa dell’attimo. Gli scultori impressionisti confondono i piani della visione ed evitano di levigare la superficie in modo da bloccare lo scorrere della luce, ottenendo così un maggior contrasto luministico. Anche alcuni pittori impressionisti hanno raccolto la sfida di misurarsi con la tridimensionalità della scultura. Renoir, per esempio, all’inizio del Novecento si appassiona alla scultura: l’artista è però ormai troppo anziano e deve quindi avvalersi dell’aiuto di un giovane allievo.

La scultura polimaterica di Degas

Gli esiti più noti della scultura impressionista sono senza dubbio le celebri ballerine di Degas, vere e proprie traduzioni tridimensionali dei suoi dipinti.

Piccola danzatrice di quattordici anni

Nel 1881, in occasione della Sesta Mostra del gruppo impressionista, Degas presenta il modello in cera di una danzatrice, che viene fusa nel bronzo solamente dopo la morte dell’artista, quando circa 150 modelli di cera o di terra vengono ritrovati nel suo atelier. La ballerina del 1881 è un’adolescente colta in una posa classica della danza, col mento puntato verso l’alto (21). Il bronzo, al pari di quanto fece Degas con le cere, è trattato con tonalità simili all’incarnato naturale, applicando capelli autentici tenuti da un fiocco di raso e vestendo la statua con un vero tutù e delle vere scarpette: queste attenzioni spingono gli esiti scultorei di Degas oltre l’Impressionismo e oltre il realismo del narrare il proprio tempo, sino a esiti polimaterici che contraddistingueranno la scultura delle Avanguardie.
La critica fu durissima con la Ballerina di Degas, che fu paragonata a una scimmia che in quel volto mostrava già il «segno di un’indole particolarmente dissoluta». Probabilmente a seguito di giudizi tanto caustici Degas limitò a tentativi privati la sua ricerca in questo campo.

Medardo Rosso

Dal 1884 cominciano i frequenti soggiorni parigini per Medardo Rosso (Torino 1858-Milano 1928), scultore espulso dall’Accademia di Brera a causa del temperamento violento: già da allora entra in contatto con Degas, prezioso aiuto nelle sue prime vendite francesi.

Ritratto di Henri Rouart

Un’altra importante relazione parigina è quella con l’artista e collezionista Henri Rouart (1833-1912), che ospita Medardo per anni nel suo studio di boulevard Voltaire. Nel 1890 Rosso realizza un Ritratto di Henri Rouart (22) nel quale i tratti dell’amico sono a malapena riconoscibili e le proporzioni non sono rispettate: la testa è molto più esile rispetto alla massa del corpo. Il busto sembra non avere ossa a sostenerlo e forma una sorta di largo cucchiaio che cattura la luce. Tale effetto viene incrementato dallo stropicciarsi degli abiti.
Dopo un’iniziale diffidenza, Rouart decide di non vendere il ritratto perché, come egli stesso afferma in una lettera dell’agosto del 1900: «Non voglio lasciare il mio ritratto, ci tengo a conservarlo».

Madame X

Sei anni più tardi Rosso modella Madame X (23), una delle poche sculture della carriera di Rosso per la quale si abbia una datazione certa, ossia l’anno 1896. Per contro, l’identità della donna resta incerta, anche se in un primo momento la critica vi aveva riconosciuto Dolores Prezzolini, moglie dello scrittore italiano Giuseppe Prezzolini (1882-1982). Rosso parte da una base di gesso, dal quale emerge un delicato ovale femminile in cui i tratti del volto sono appena accennati sulla superficie morbida: l’incavo dell’occhio, il naso importante della donna, la sporgenza del mento non sono modellati con chiarezza, le labbra non figurano neppure. Rosso si limita a dare l’impressione di un volto, rompendo definitivamente con la ritrattistica ottocentesca: l’effetto è accentuato dal successivo passaggio a cera, che lo lascia accarezzare dalla luce. L’opera non è pensata per avere un supporto, ma nasce piuttosto per essere appesa, per una fruizione in movimento. Le intuizioni di Medardo Rosso nella realizzazione di Madame X anticipano di circa un quindicennio esiti della scultura moderna come Musa addormentata di Constantin Brancusi.

Paolo Troubetzkoy

Paolo Troubetzkoy (Intra 1866-Verbania 1938) nasce in Italia da una nobile famiglia proveniente dalla Russia, Paese col quale mantiene stretti rapporti: lo dimostra il fatto che, nel 1900, all’Esposizione Universale di Parigi esibisce Madre con bambino (24) nel padiglione russo.

Madre con bambino

L’opera, modellata nel 1898, viene accolta favorevolmente da pubblico e critica, consacrando definitivamente la fama internazionale dello scultore. Troubetzkoy è capace di una scultura immediata che mantiene la freschezza dell’attimo. La sua notorietà si lega anche a una ritrattistica altoborghese i cui tratti sono sempre restituiti con impareggiabile eleganza. La sua raffinata modellazione si apprezza nella resa del viso della donna, nella quale si riconosce la bella Elin Troubetzkoy, la giovane svedese che l’artista incontra proprio nel 1898 e che sposerà nel 1902. Elin tiene stretta a sé la figliola spaventata da qualcosa che le fa tenere gli occhi ancora spalancati. L’immediatezza della scena è resa attraverso una trattazione morbida degli angoli, pressoché eliminati dalla presenza della coperta, scavata in punti strategici per catturare la luce e rendere l’insieme ancora più vivo.

Dossier Arte - volume 3 
Dossier Arte - volume 3 
Dal Neoclassicismo ai giorni nostri