Dossier Arte - volume 3 

   4.  LA STAGIONE DELL’IMPRESSIONISMO >> L’Impressionismo

Le ballerine

Il rapporto tra Degas e Durand-Ruel s’intensifica dopo la morte del padre (1874), alla quale fa seguito un tracollo finanziario, che rende primaria per l’artista la questione della vendita delle proprie opere. Degas comincia allora a dedicare attenzione a un nuovo tema che fosse rappresentativo della vita metropolitana parigina – le giovani ballerine dell’Opera – e al contempo d’immediata attrattiva per il pubblico dei suoi acquirenti.

La lezione di danza

Il mondo del teatro è ben noto a Degas: egli lo frequenta da anni, come è evidente dalla scelta di soggetti originali e non scontati. La lezione di danza (17) mostra il foyer del Palais Garnier affollato di giovani ballerine, una delle quali sta provando sotto gli occhi vigili del maestro, nel quale è stata riconosciuta la figura del celebre ballerino francese Jules Perrot (1810- 1892). Nell’insieme il dipinto sembra l’istantanea di un momento della lezione ; in realtà la freschezza dell’attimo è il frutto di oltre due anni di elaborazione basata sull’attenta osservazione dal vero e su numerosi disegni (18). Ogni gesto del dipinto è stato preventivamente selezionato e studiato da Degas, che ha messo insieme le figure con maestria scenica. In primo piano colloca due ballerine di spalle che osservano la scena con attenzione: l’una, seduta sul pianoforte si gratta la schiena in una posa contorta, l’altra tiene le punte dei piedi ben aperte mentre sventola un ventaglio.
Il centro focale è occupato dalla austera figura del maestro che tiene le mani incrociate sul bastone con cui dà il ritmo. La prospettiva, estremamente scorciata, fugge in diagonale seguendo le linee tracciate dalle assi del parquet fino al fondo della stanza, dove altre ballerine sono intente nelle prove o chiacchierano tra di loro. Il colorismo di Degas tocca in quest’opera vertici altissimi: egli ricostruisce l’ambiente attraverso i soli toni del verde e del grigio, appena riscaldati dall’ocra. La luce, che s’immagina penetrare da grandi finestre sulla destra, accende il candore dei tutù, con una pennellata spumeggiante che ne rende palpabile la voluminosità. Il virtuosismo tecnico di Degas gli consente di restituire le differenti materie dei tessuti senza perdere d’immediatezza: è il caso dei fiocchi neri in velluto portati al collo o dei rasi colorati stretti in vita.
Terminato nel 1876, il dipinto viene subito acquistato da un collezionista inglese e consegnato dall’artista stesso a Londra.

Le opere a pastello

All’ultima Mostra degli impressionisti, nel 1886, Degas presenta dieci pastelli che egli stesso definisce «una sequenza di nudi femminili mentre fanno il bagno, si lavano, si asciugano, si pettinano e si lavano i capelli».

La tinozza

Il dipinto (19) è una delle opere più audaci della serie del 1886 sia per la scelta del soggetto – una fanciulla nuda di spalle in una tinozza, intenta a passarsi una spugna sul collo – sia per la prospettiva vertiginosa, con un punto di vista estremamente rialzato che rende visibili gli oggetti della toeletta appoggiati sulla mensola in primo piano. Degas tratta nello stesso dipinto due generi differenti, risolti con una tecnica piuttosto distante. Da un lato ritrae il corpo nudo della donna con un disegno ben definito e ombreggiato attraverso l’incrocio dei tratti del pastello sottilmente sovrapposti; dall’altro rappresenta un brano di natura morta in cui la profondità degli oggetti è pressoché assente. Le brocche, la spazzola e tutti gli utensili per la toilette, infatti, sono piatti, con un evidente rimando alla giustapposizione delle figure ammirata nelle stampe giapponesi, di cui Degas è peraltro appassionato collezionista. La tinozza è l’ennesima prova di come l’artista riesca a tradurre anche il tema più colloquiale attraverso il filtro della classicità: la plasticità del nudo lascia intuire il riferimento alla celebre Afrodite accovacciata (20) che aveva certamente potuto ammirare al Louvre.
La sfida di Degas, spesso insoddisfatto della sua opera, sta proprio nella volontà di coniugare soggetti moderni e popolari con la lezione dei grandi maestri del passato.

Dossier Arte - volume 3 
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Dal Neoclassicismo ai giorni nostri