La scoperta di Pompei ed Ercolano
Da alcuni reperti antichi scoperti nel 1718 nel sito di Ercolano prese avvio una vera campagna archeologica
che, nel 1748, riportò alla luce anche i resti di Pompei distrutta dopo l’eruzione del Vesuvio del
79 d.C. Gli scavi ci hanno restituito statue, arredi, gioielli, oggetti d’uso e intere architetture
decorate secondo il gusto romano del I secolo d.C.
Pompei divenne quindi una delle tappe
immancabili del Grand Tour, il viaggio alla scoperta dei capolavori artistici e paesaggistici italiani.
Il soggiorno formativo in Italia era una pratica già nota all’aristocrazia e all’alta borghesia
europea, ma nel Settecento le visite divengono più consapevoli. L’approccio all’Antico non è più approssimativo ma ha un carattere scientifico. Grazie anche agli studi
di Winckelmann, architettura, pittura e scultura sono definite e studiate in base all’evoluzione
dello stile.
Oltre alla qualità meramente estetica, i monumenti antichi affascinano anche per l’esempio morale
da essi trasmesso: il viaggiatore settecentesco ammira l’equilibrio di una statua classica o passeggia
nel Pantheon (1) percependo anche il valore etico e civile della
società che li aveva creati.