DIEGO MARTELLI. UN CRITICO TRA FIRENZE E PARIGI
Il critico Diego Martelli (Firenze 1838-1896) fu l’anima teorica e critica del gruppo dei macchiaioli. Dal 1861 eredita una fattoria a Castiglioncello (Livorno) che diverrà uno dei luoghi di ritrovo, tra i tanti, di Abbati, Borrani, Fattori, Lega, Signorini e Zandomeneghi, così da far parlare di una Scuola di Castiglioncello. Frequenta una Firenze estremamente aperta e cosmopolita; conosce Edgar Degas già prima del suo viaggio a Parigi nel 1862, durante il quale ha modo di fare visita allo studio del fotografo Nadar e naturalmente di ammirare la pittura di Courbet. Nella ville lumière comprende anche come possa esistere un sistema dell’arte fatto di artisti, critici e mercato che cerca di riprodurre anche in Toscana. Con Signorini nel 1867 fonda “Il Gazzettino delle arti del disegno” e, successivamente, nel 1873 pubblica il “Giornale artistico”: due periodici capitali per il dibattito sulla pittura.
I suoi successivi soggiorni parigini (1869, 1870 e 1878-1879) sono motivati anche da un’intensa attività di critico d’arte, come recensore dei Salon per i giornali italiani. Nel 1870, grazie a Marcellin Desboutin (1823-1902), pittore e incisore appena rientrato in Francia da Firenze, frequenta assiduamente il Caffè Guerbois, e di conseguenza il gruppo degli impressionisti.
L’ultimo soggiorno parigino gli permette di affermarsi come storico dell’arte e di stringere legami più profondi, sia con gli italiani presenti a Parigi, soprattutto con De Nittis, sia con l’amico di sempre Desboutin e con i pittori impressionisti Édouard Manet, Edgar Degas e Camille Pissarro, che nel 1879 convince anche a partecipare alla mostra della Promotrice di Firenze. Degas ritrae Martelli nel 1879 nella sua stanza-studio, presa da un punto di vista estremamente rialzato, che enfatizza la corporatura rotonda del critico italiano. Con le sue recensioni e il suo spirito critico Martelli fu un vero ponte tra l’avanguardia francese e la Toscana.