Giovanni Angelo Montorsoli

   2.  IL CINQUECENTO >> Nuove ricerche e nuovi protagonisti

Giovanni Angelo Montorsoli

Giovanni Angelo Montorsoli (Firenze 1507-1563) è un artista che si è dedicato con particolare successo alla realizzazione di monumentali fontane a Genova e a Messina. L’affermazione di Montorsoli come scultore di fontane è il frutto di un percorso che si sviluppa fra Firenze, Roma e Genova. La collaborazione con Michelangelo e le opere per la villa di Andrea Doria a Genova (1543-1547) sono momenti cruciali nella biografia dell’artista e in questo contesto si radica il progetto per Messina, dove l’artista realizza la Fontana di Orione e la Fontana di Nettuno: l’intersecarsi di scultura e architettura, il disegno delle fontane in relazione all’organizzazione geometrico-spaziale del contesto naturale e della compagine urbana sono temi che il frate servita (Giovanni era entrato nell’Ordine dei Servi di Maria all’Annunziata di Firenze) declina con coerenza e consapevolezza nella città dello Stretto. Nella definizione di questa peculiare sensibilità artistica, un ruolo determinante deve aver avuto anche l’esperienza maturata come restauratore delle statue antiche del Cortile-giardino delle Statue del Belvedere.

Fontana di Orione 

Questa fontana (1547-1553) celebra il mitico fondatore di Messina e rinnova il cuore religioso della città (184). I membri del senato chiamarono Montorsoli per realizzare un’opera che mostrasse al mondo la nobile origine di Messina e la loro discendenza semidivina, in un momento in cui era particolarmente accesa la rivalità con Palermo, sede del viceré spagnolo.
Montorsoli concepisce per lo spazio davanti al duomo una fonte a impianto piramidale, a vasche sovrapposte, impostata su un’ampia base dodecagonale. La figura di Orione, ritratto insieme al fedele cane Sirio che, secondo il mito, lo accompagnava nelle consuete cacce, conclude un’articolata composizione scultorea: nella parte della "candelabra" (cioè l’elemento centrale, ad andamento verticale della fontana) numerose figure a tutto tondo rivelano l’abilità dell’artista di rinnovare il repertorio fiorentino quattrocentesco grazie alla ricerca di un maggiore dinamismo nelle pose e una particolare attitudine alla sperimentazione inventiva. Le possenti statue dei Fiumi (Nilo, Tevere, Ebro, Camaro) poste sui bordi della vasca, si mostrano debitrici degli antichi Fiumi del Belvedere vaticano: la presenza del Tevere e del Camaro (il fiume messinese che alimentava la fonte), rafforzano in particolare l’idea di Messina figlia di Roma.

Fontana di Nettuno 

Montorsoli realizza fra il 1556 e il 1557 un’altra fontana (185), posta nella zona del porto per conferire maggior decoro all’area dell’approdo: l’artista crea una superficie avanzata sul mare, che si stacca dal bordo del molo, su cui pone il Nettuno proteso verso l’esterno; la scultura dialoga visivamente con la città, relazionandosi con la porta urbica della Dogana Vecchia e con la nuova torre della Lanterna, opera dello stesso scultore e architetto fiorentino.

Dossier Arte - volume 2
Dossier Arte - volume 2
Dal Quattrocento al Rococò