Galeazzo Alessi

   2.  IL CINQUECENTO >> Nuove ricerche e nuovi protagonisti

Galeazzo Alessi

Galeazzo Alessi (Perugia 1512-1572) compie un primo periodo di formazione a Perugia sotto la guida di Giovan Battista Caporali (Perugia 1476-1560), architetto e pittore locale che traduce e commenta il trattato vitruviano. In questo contesto il giovane Galeazzo studia l’Antico e coltiva parallelamente discipline diverse come la matematica, la geometria e la musica. Nel 1536 si trasferisce a Roma dove diventa assistente di Antonio da Sangallo il Giovane, architetto di primo piano nel rinnovamento urbano voluto da papa Paolo III Farnese. Nella capitale pontificia Alessi continua ad apprendere la lezione classicista e coltiva la frequentazione di un ambiente raffinato e aristocratico; in questo modo, in breve tempo, giunge a incarnare pienamente la figura dell’architetto cinquecentesco di educazione umanistica e cortigiana.

Santa Maria Assunta in Carignano 

Dopo essere tornato a Perugia in qualità di tecnico responsabile delle fortificazioni papali della Rocca Paolina, nel 1548 accetta di trasferirsi a Genova con l’incarico di progettare la Basilica di Santa Maria Assunta in Carignano (178). Si tratta della chiesa di famiglia dei Sauli, i potenti banchieri genovesi che ricoprono la carica di tesorieri pontifici dell’Umbria. La pianta dell’edificio (179) è a quinconce, cioè a croce greca inscritta in un quadrato con campate minori negli angoli, ed è chiaramente ispirata all’impianto iniziale del San Pietro bramantesco. L’elevato è costituito da un potente volume prismatico rivestito di pietra, che sorge isolato e rivolge alla città quattro fronti quasi identiche; ognuna di esse presenta un’alta zoccolatura su cui spicca un ordine gigante in forma di paraste corinzie. La cupola che sorge sulla campata centrale è impostata su di un alto tamburo articolato da un’ampia loggia a travata ritmica. Nella sua ambiziosa ed elegante monumentalità, la basilica è un manifesto eccezionale dei tratti salienti dell’architettura di Alessi, caratterizzata da corpi di fabbrica volumetricamente compatti, movimentati in superficie da una vibrante modulazione plastica.

Strada Nuova 

Dopo la realizzazione della chiesa dei Sauli, Galeazzo Alessi è il protagonista più rilevante della scena architettonica genovese, in una stagione in cui la città vive uno straordinario sviluppo economico. Tale prosperità si riflette in un cospicuo aumento demografico e in una consistente trasformazione urbanistica: infatti, nella Genova degli anni Quaranta-Cinquanta del Cinquecento si aggiornano le fortificazioni, si ampliano le piazze e si costruiscono nuove residenze patrizie.
A partire dal 1550, sul confine settentrionale della città vecchia, in posizione molto sopraelevata rispetto al porto, viene aperta la cosiddetta Strada Nuova (180), attuale via Garibaldi: si tratta di un asse monumentale concepito in maniera unitaria, lungo il quale sorgono nel corso degli anni le dimore delle famiglie più ricche e potenti. Alessi pianifica l’addizione urbana che prende corpo grazie all’impegno preponderante di Bernardino Cantone (Valle d’Intelvi 1505-Genova 1580 ca.), suo collaboratore nel cantiere di Santa Maria in Carignano e ora architetto responsabile delle opere urbane e infrastrutturali della città.
Sulla via ampia e rettilinea si affacciano unicamente palazzi (181): questi ultimi sono costruiti su lotti di terreno regolari, separati da vicoli perpendicolari all’asse principale. Le facciate degli edifici, pur essendo decorate diversamente, sono tutte allineate e proporzionate tra loro in maniera armoniosa. Anche il sistema distributivo interno delle sontuose residenze è uniforme, e si basa su di una successione scenografica di elementi e di spazi concatenati e disposti a gradoni; in salita, per gli edifici a monte della strada, o in discesa, per quelli a valle. La sequenza è costituita dal portale monumentale sulla strada, dall’atrio d’ingresso, dal cortile e dal giardino retrostante.
La genialità del progetto e gli strumenti normativi appositamente emanati dal governo locale per realizzarlo fanno sì che Strada Nuova diventi nell’arco di pochi decenni un modello innovativo compiutamente realizzato, che ispira interventi urbani in tutti i Paesi europei.

Palazzo Marino 

Nel 1558, a Milano, inizia la costruzione di Palazzo Marino, un ulteriore capolavoro di Galeazzo Alessi connesso ancora una volta a una committenza ligure: l’edificio è infatti la dimora di Tommaso Marino, finanziere genovese che ha deciso di stabilirsi nella città lombarda. Anche in questo caso Alessi realizza un volume architettonico compatto e grandioso, animato sulle facciate da una florida stratificazione decorativa che raggiunge la massima profusione nei prospetti del primo dei due cortili interni. In questa parte del palazzo l’architetto risolve la loggia del piano terreno con una sequenza di maestose serliane, mentre al primo piano apre grandi arcate inframmezzate da setti murari; su tale palinsesto elabora un rivestimento plastico rigoglioso da cui si affacciano erme, specchiature figurate e coppie di mensole inginocchiate decorate con teste leonine (182).

Dossier Arte - volume 2
Dossier Arte - volume 2
Dal Quattrocento al Rococò