Snodi fondamentali nella vita di Cellini sono la nomina a stampatore ufficiale della Zecca pontificia (1529) e il soggiorno in Francia alla corte di Francesco I Valois (1540-1545). Nel periodo francese partecipa attivamente al grande cantiere artistico della Reggia di Fontainebleau, entrando in contatto con Rosso Fiorentino e Primaticcio (► p. 328).
Benvenuto Cellini: la perfezione del bronzo
2. IL CINQUECENTO >> Nuove ricerche e nuovi protagonisti
Benvenuto Cellini: la perfezione del bronzo
Snodi fondamentali nella vita di Cellini sono la nomina a stampatore ufficiale della Zecca pontificia (1529) e il soggiorno in Francia alla corte di Francesco I Valois (1540-1545). Nel periodo francese partecipa attivamente al grande cantiere artistico della Reggia di Fontainebleau, entrando in contatto con Rosso Fiorentino e Primaticcio (► p. 328).
Ninfa di Fontainebleau
In questo contesto si inserisce la monumentale Ninfa
(158), una complessa scultura in bronzo concepita per arricchire
l’accesso meridionale del Palazzo Reale, la cosiddetta
Porte Dorée. La lezione michelangiolesca si riconosce nell’impostazione della figura semisdraiata
che appare circondata da una moltitudine di animali, restituiti con grande perizia di dettagli. Le
forme allungate del corpo femminile e l'esuberanza decorativa mostrano significative
tangenze con le opere che Primaticcio andava realizzando negli stessi anni nel castello reale. Il
tema iconografico è desunto da un affresco di Rosso Fiorentino oggi perduto che illustrava la leggenda
della nascita di Fontainebleau: un cane del re di nome Bliaud, in una delle battute di caccia della
corte, aveva scoperto una fonte, chiamata così la Fontaine de Bliaud, che avrebbe poi dato
il nome alla proprietà. Come accade nella tradizione greco-romana, la ninfa dunque è la personificazione
della sorgente, mentre l’episodio della caccia e l’ambiente silvestre sono evocati dalla folla di
animali che la circondano.
Perseo
Tornato a Firenze, Cellini ottiene una prestigiosa commissione: realizzare una scultura destinata a celebrare
la vittoria di Cosimo I sopra i suoi nemici esterni e interni, qualificando lo spazio pubblico per
eccellenza della città: la Loggia della Signoria. Il soggetto scelto è Perseo, mitico figlio di Zeus,
che regge vittorioso la testa decapitata di Medusa, figura della mitologia greca capace di pietrificare
i nemici con il solo sguardo
(159).
Pienamente consapevole della difficoltà dell’impresa
sia dal punto di vista tecnico (una figura fusa in un unico getto) sia dal punto
di vista del ruolo che la scultura avrebbe avuto nel contesto urbano, in virtù della sua collocazione
nel cuore politico della città, Cellini si impegna in una virtuosistica realizzazione bronzea che
dialoga con tutta la tradizione fiorentina, da Donatello a Michelangelo: la grazia quattrocentesca
si sposa alla ricerca dell’espressività del corpo perseguita da Buonarroti. Alla base dell’opera
inoltre si riconosce l'orgogliosa esibizione di un eccezionale magistero tecnico: la maestria con cui ogni dettaglio naturalistico è restituito fa da contrappunto a vere e proprie
invenzioni plastiche, che si riconoscono soprattutto nel trattamento della testa di Medusa
.
Dossier Arte - volume 2
Dal Quattrocento al Rococò