Una nuova capitale: la Firenze di Cosimo I e Francesco I

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Una nuova capitale: la Firenze di Cosimo I e Francesco I

Firenze, durante il principato di Cosimo I de’ Medici (1537-1574), conosce un profondo rinnovamento nelle arti e nell’architettura (157). Il nuovo principe - duca di Firenze e poi granduca di Toscana (dal 1569) - si fa promotore di numerose iniziative volte a rafforzare l’immagine della città come capitale di un nuovo Stato, che ha l’ambizione di emergere nello scenario italiano ed europeo. Appartenente a un ramo collaterale dei Medici, Cosimo I si impegna in una politica culturale volta ad affermare la continuità con Cosimo il Vecchio e Lorenzo il Magnifico ma, nello stesso tempo, a sottolineare il nuovo status della casata: non famiglia mercantile dell’oligarchia fiorentina ma vera e propria dinastia, che può confrontarsi alla pari con Carlo V, Francesco I Valois e i pontefici, e soprattutto superare gli Este, i Gonzaga, i Savoia o i Farnese. Tutte le iniziative che Cosimo I intraprende nei vari campi delle arti rispondono dunque a un preciso programma, che è stato definito dagli studiosi "ideologia medicea".
Cosimo I si circonda di artisti di primo piano, che danno corpo con le proprie opere (anche teoriche) al progetto del principe: affermare il primato indiscusso dell’arte e dell’architettura fiorentina, secondo un piano che va di pari passo con l’esaltazione del "volgare" di Dante come lingua ufficiale della cultura italiana. In questo senso la monumentale opera di Giorgio Vasari, Le Vite (prima edizione 1550, seconda edizione 1568), diviene uno degli strumenti più efficaci per enfatizzare la superiorità dell’arte fiorentina, che culmina con l’esaltazione del suo più celebre "figlio": quel Michelangelo che tuttavia declinerà più volte l’invito del duca a tornare in patria. I numerosi artisti chiamati alla corte di Cosimo I interpretano a loro modo le istanze di rappresentatività e i contenuti dai risvolti politici che informano la committenza medicea. Fra questi, oltre al ricordato Giorgio Vasari, spiccano le figure di Benvenuto Cellini, Bronzino e Bartolomeo Ammannati. Parte degli orientamenti artistici di Cosimo I si ritrova anche nel figlio Francesco I: il suo carattere introverso, le sue inclinazioni alle sperimentazioni alchemiche e la sua predisposizione per un ideale di bellezza sofisticata, artificiosa (cioè attraversata da simboli e metafore), lo portano tuttavia a prediligere artisti diversi, fra cui si distingue lo scultore fiammingo Giambologna.
Il terzo granduca, Ferdinando I (1587-1609), seguirà le orme del padre Cosimo distinguendosi come grande mecenate e protettore di artisti. 

Dossier Arte - volume 2
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Dal Quattrocento al Rococò