Le prime opere certe di Rosso e di Pontormo sono gli interventi al fianco del maestro nel Chiostro dei Voti nella Chiesa della Santissima Annunziata a Firenze.
Rosso, in particolare, nella scena del Viaggio dei Magi (126), delinea con piena sicurezza di tratto e di pennello una figura avvolta in un pesante mantello che si volta verso l’osservatore. In questa prima prova del giovanissimo Rosso, appena diciassettenne, si riconoscono alcuni tratti distintivi, che prefigurano la complessa evoluzione del suo linguaggio: accentuazione del gesto e stilizzazione della forma con lo scopo di esaltare l’espressività delle pose.
Più articolato appare il percorso di Pontormo che dal naturalismo aggraziato e dal profondo lirismo degli esordi, approda, grazie all’esempio fondamentale della pittura nordica, a
composizioni innovative: il segno del tragico, del surreale, delle atmosfere rarefatte e sospese sono le cifre distintive di una produzione artistica animata da una profonda ricerca interiore che lo porta al superamento della restituzione del dato naturale e oggettivo, fatta di equilibrio e ricerca di un’ideale bellezza.