DOSSIER: L’Adorazione dei Magi

   dossier l'opera 

Leonardo da Vinci

L'ADORAZIONE DEI MAGI

  • 1481
  • tecnica mista su tavola, 243X246 cm
  • Firenze, Galleria degli Uffizi

    Il tempo e il luogo

    Nel 1481 Leonardo riceve una commissione importante: gli agostiniani di San Donato a Scopeto, località appena fuori le mura di Firenze, incaricano l’artista ventinovenne di realizzare un dipinto per l’altare maggiore della loro chiesa; il complesso conventuale non esiste più perché fu distrutto nel 1529, al pari di altri monasteri costruiti in prossimità del circuito difensivo, durante l’assedio delle truppe imperiali.
    Come già per l’ingresso nella bottega di Verrocchio, è stato ipotizzato anche per questo incarico un intervento del padre, ser Piero da Vinci, figura influente nella Firenze del tempo e spesso ricordato dalle fonti come notaio per i religiosi di San Donato. Per l’Adorazione dei Magi è disponibile una ricca documentazione d’archivio che permette di ricostruire i rapporti dell’artista con i padri agostiniani e che restituisce alcuni particolari della gestazione del dipinto: nel contratto iniziale, per esempio, era previsto che Leonardo fornisse i colori e l’oro, ma la mancanza di denaro dell’artista costringe i padri a provvedere in prima persona ai materiali. Forse questa clausola del contratto - relativa all’acquisto dei colori da parte dell’artista - incise sull’elaborazione iniziale del dipinto che ne è infatti in gran parte privo. Tuttavia le recenti indagini hanno dimostrato l’esistenza di estese tracce di colore e dunque il particolare aspetto del dipinto, avvicinabile a un "monocromo", sarebbe dovuto al fatto che l’opera è rimasta incompiuta.
    Leonardo tiene con sé il dipinto senza finirlo, lasciandolo poi al momento della partenza per Milano al ricco banchiere Amerigo Benci, della cui moglie, Ginevra, aveva eseguito un ritratto.
    Gli agostiniani quindici anni dopo passeranno l’incarico a Filippino Lippi, che dipingerà un quadro dello stesso soggetto.

    La descrizione e lo stile

    La composizione della scena si distingue nel panorama della pittura fiorentina coeva, dove il soggetto era molto frequente, per l’originalità e la libertà con cui Leonardo organizza l’architettura e i personaggi che la popolano. Nell’ideazione leonardesca, l’ambientazione dell’episodio dell’adorazione di Gesù si svolge all’aperto, invece che nella capanna della natività, e il gruppo dei protagonisti è in posizione non perfettamente baricentrica: la Vergine e il Cristo si trovano al centro di un moto centrifugo e centripeto di uomini e donne, a simboleggiare gli effetti dirompenti che la nascita del Salvatore provoca nella civiltà classica e pagana. La resa dello sconquasso, sul piano simbolico, che crea un semplice bambino nell’universo razionale del mondo antico, assume ancor più forza nel momento in cui Leonardo colloca sullo sfondo edifici dalla perfetta geometria. I corpi sono trattati con sensibilità scultorea: l’artista rafforza le figure con il tratto e le stesure del colore tono su tono in chiaroscuro (cioè con passaggi di leggere gradazioni in successione a creare quasi un monocromo) per rendere la plasticità delle membra. Tutto è finalizzato a comunicare con vividezza l’atmosfera vibrante dell’evento raffigurato nel dipinto. I personaggi che lo popolano hanno un ruolo preciso nel rendere dinamica la scena: si può notare, per esempio, la figura in alto a destra ritratta nell’atto di alzare la mano per vedere meglio la cometa. Sono contenuti dunque qui alcuni caratteri che determineranno gli esiti successivi di Leonardo pittore: l’ importanza della costruzione prospettica, utilizzata come mezzo espressivo per enfatizzare gli effetti dinamici della composizione e accentuarne il realismo; il valore simbolico del contesto naturale o architettonico in cui si colloca la scena; lo studio delle pose dei corpi e la definizione dei gesti come strumenti primari per la comunicazione degli stati d’animo; una precipua sensibilità nell’uso del colore tono su tono, alla base dei successivi sviluppi dello "sfumato".

    Dossier Arte - volume 2
    Dossier Arte - volume 2
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