I Longobardi in Italia

12 Dal Paleocristiano all Alto Medioevo I Longobardi in Italia 48. Lamina di Agilulfo, 590-615 ca., ferro rivestito di rame dorato, 7,4x18,2 cm. Firenze, Museo Nazionale del Bargello. 49. Legatura dell Evangeliario di Teodolinda, VI-VII secolo, oro, cammei, perle e pietre preziose, 34x26 cm. Monza, Museo e Tesoro del Duomo. L arte longobarda e l eredità tardoantica L arte del periodo longobardo testimonia l incontro tra la cultura germanica e le tradizioni romana e paleocristiana. Il recupero di modelli antichi, sempre filtrato attraverso la sensibilità barbarica, inizia già con Agilulfo (re dei Longobardi dal 591 al 616), unito in matrimonio con la cattolica Teodolinda (589-616), ed è dapprima visibile soprattutto in produzioni minori ; si rafforza poi nella prima metà dell VIII secolo con la rinascenza liutprandea (dal nome del re Liutprando, 712-744) e i successivi re longobardi. „ Lamina di Agilulfo Il frontale di elmo di ferro, originariamente ricurvo, conosciuto come Lamina di Agilulfo (48), è databile fra il 590 e il 615. Rivestito di rame sbalzato, cesellato e dorato, mostra un re seduto in trono affiancato da due militi armati, due vittorie alate in movimento, due coppie di offerenti e due alte torri, tutti disposti in modo rigidamente simmetrico. La raffigurazione riprende gesti e iconografie imperiali, ma la solenne frontalità dei rilievi dell Arco di Costantino a Roma lascia il posto a una ruvida espressività. Le inesattezze nelle iscrizioni (Victuria invece di Victoria) evidenziano difficoltà nell uso del latino. „ Legatura dell Evangeliario di Teodolinda All influenza della regina Teodolinda si deve la conversione del popolo longobardo al Cattolicesimo. Sono frutto di una sua donazione molti oggetti che fanno parte del Tesoro del Duomo di Monza, tra cui una coperta in oro di un Evangeliario (libro contenente i testi dei quattro Vangeli) offertale nel 603 da papa Gregorio Magno ed eseguita a Roma (49). La superficie è ripartita armoniosamente in quattro aree da una croce gemmata ed è arricchita da cammei (pietre stratificate incise per formare un disegno bicolore) di gusto classico; ma ci sono anche gemme colorate, tra cui granati rossi, e smalti di fattura longobarda: l opera è emblematica del difficile ma proficuo dialogo fra le due tradizioni artistiche. „ Altare del duca Ratchis A Cividale del Friuli, centro dell importante Patriarcato di Aquileia, è conservato l Altare del duca Ratchis (50), databile fra il 737 e il 744 e dunque appartenente al periodo liutprandeo. Esso è formato da quattro lastre di pietra scolpite a bassorilievo (la quinta, che costituiva il piano superiore orizzontale, è andata perduta). 50. Altare del duca Ratchis, rilievo con la Maiestas Domini, 737-744, pietra d Istria, h 90 cm. Cividale del Friuli, Museo Cristiano. 313

Dossier Arte - volume 1 
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Dalla Preistoria al Gotico