DOSSIER: I pulpiti di Nicola e Giovanni Pisano

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I PULPITI DI NICOLA E GIOVANNI PISANO

Il pulpito di Nicola per il Battistero di Pisa fu portato a termine nel 1260; quello del figlio Giovanni, realizzato per la chiesa pistoiese di Sant’Andrea, risale agli anni 1298-1301. I due pulpiti hanno una forma simile: sono a pianta esagonale, con un parapetto decorato da cinque altorilievi (un lato resta libero per l’accesso del predicatore). Tale forma fu inaugurata proprio da Nicola Pisano con la sua opera: prima di allora, infatti, i pulpiti erano di forma rettangolare e addossati a una colonna o a un pilastro, oppure accostati al recinto del presbiterio.
Il tema iconografico complessivo è quello della vita di Cristo, delle profezie che hanno annunciato la sua venuta e dell’esito finale rappresentato dal Giudizio.

Il pulpito di Nicola

I rilievi del parapetto sono separati da pilastrini in granito e raffigurano Storie di Cristo e il Giudizio finale. Il parapetto è sostenuto da colonne in granito che sorreggono sei archetti trilobati a tutto sesto. Tre delle colonne sono rette da leoni stilofori. Altre parti scolpite sono le figure di uomini e di animali nel plinto (la base rialzata) della colonna centrale, le Virtù sopra i capitelli, i Profeti nei pennacchi tra gli archetti e il parapetto, e infine l’aquila che sostiene il leggio.
Tutta l’opera si caratterizza per la fusione di ricordi classici e di accenti espressivi propri del Gotico, tipica di Nicola Pisano e a sua volta derivante dalla formazione in ambito federiciano. Giorgio Vasari, che lo credeva originario di Pisa, attribuiva i caratteri classici della sua opera alla conoscenza delle sculture antiche presenti nella città toscana nel XIII secolo, che comunque devono aver fortemente impressionato l’artista.

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II pulpito di Giovanni

Il parapetto è sostenuto da colonne in porfido, che sorreggono sei archetti trilobati a sesto acuto. I rilievi sono separati da statue e, come nel pulpito di Nicola, raffigurano Storie di Cristo e il Giudizio finale. Due colonne hanno per base un leone che avvinghia un cavallo e una leonessa pronta a difendere i cuccioli, una terza poggia sulla spalla di una figura maschile (Atlante). Altre parti scolpite sono l’aquila, il grifone e il leone alato che reggono la colonna centrale, le Sibille negli spigoli sopra i capitelli e dodici Profeti e re dell’Antico Testamento nei pennacchi tra gli archetti e il parapetto. Il leggio originale (oggi al Metropolitan Museum di New York) è sostituito da una copia. Sono andati perduti i vetri colorati che coprivano gran parte del fondo dei rilievi e le dorature dei bordi delle vesti dei personaggi.
Sia le forme architettoniche (a partire dagli archi a sesto acuto) sia i rilievi e le altre sculture, pur rifacendosi al pulpito di Nicola, mostrano accenti nettamente gotici. La narrazione appare infatti drammatica e convulsa, le composizioni affollate, i gesti animati, le fisionomie appassionate e patetiche.

Dossier Arte - volume 1 
Dossier Arte - volume 1 
Dalla Preistoria al Gotico