I caratteri dell’architettura gotica
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I caratteri dell’architettura gotica
La cattedrale gotica
L'edificio più rappresentativo dell'età gotica è la cattedrale (1-2), un'impresa collettiva e composita la cui costruzione prosegue spesso per secoli. La pianta tipica è a tre o cinque navate, con un transetto poco sporgente e un ampio coro con deambulatorio e cappelle radiali – elementi, questi, che si incontrano già nell'architettura romanica, come si è visto parlando di Cluny III.In alzato, la struttura presenta tre livelli sovrapposti: le arcate a sesto acuto; il triforio (si ricorre meno di frequente al matroneo); il claristorio, in cui si apre una serie di finestre a ogiva che illuminano l'interno dell'edificio (già presente in qualche architettura romanica, nel Gotico il claristorio diventa di uso comune e assume un'ampiezza maggiore).
decorativa. All'incrocio della navata con il transetto sorge spesso un tiburio culminante in una guglia alta e sottile, a forma di cono o di piramide appuntita. Guglie possono essere presenti anche sulle torri. Al livello del tetto sono visibili gli archi rampanti, talvolta sovrastati da pinnacoli, simili alle guglie ma di dimensioni ridotte; aggiungendo peso ai contrafforti, i pinnacoli contribuiscono a contrastare le spinte dall'alto. Le bocche di scarico dell'acqua piovana, i doccioni, sono decorate con sculture raffiguranti creature fantastiche (gargolle).
FOCUS
LE VETRATE
Elemento fondamentale nell'architettura gotica sono le vetrate, che occupano I rosoni e le grandi finestre ogivali nelle pareti delle chiese (in particolare nel claristorio). La tecnica di realizzazione delle vetrate è molto antica – se ne ha notizia già negli ultimi secoli dell'Impero romano –, ma acquista importanza in età gotica, in rapporto alla maggiore disponibilità di superficie e al valore attribuito alla luce come emanazione divina.
La lavorazione di una vetrata presenta varie fasi e coinvolge maestri di diverse specializzazioni. I materiali impiegati sono il vetro (ottenuto dalla solidificazione di ossido di silicio e colorato secondo le necessità con l'aggiunta di sali minerali), il piombo e il ferro. Si parte da un disegno su tavola (dal XIV secolo su cartone), sulla base del quale si preparano gli
antelli, cioè i pezzi di vetro del colore, della forma e della misura desiderati. Per aggiungere dettagli ed effetti chiaroscurali si procede poi alla pittura a grisaille, stendendo con un pennello e con l'aiuto di varie sostanze (acqua, aceto, gomma arabica) la polvere di ossido di ferro sciolta in un solvente. La grisaille viene fissata con una cottura ad alta temperatura. I vetri vengono quindi inseriti in un reticolo di listelli di piombo. Infine la vetrata è sistemata in un'armatura di ferro e collocata nella finestra.
Dossier Arte - volume 1
Dalla Preistoria al Gotico