14.  IL GOTICO

L'arte gotica

Origine e caratteri del Gotico

Il mutamento che si verifica nell’arte a partire dal XII secolo prende avvio dall’introduzione di nuovi metodi costruttivi nella regione francese dell’Île-de-France. Qui, intorno alla metà del secolo, viene introdotta una nuova tecnica architettonica caratterizzata dall’uso combinato dell’arco a sesto acuto, della volta a crociera costolonata e degli archi rampanti: gli edifici così ottenuti sono contraddistinti da pareti sottili e spesso ridotte al minimo, ampie vetrate e uno spiccato verticalismo. Questo stile, che verrà poi chiamato Gotico, si diffonde dalla Francia al resto dell’Europa occidentale, e in certe zone rimane vitale fino al XVI secolo.
Si definiscono gotiche anche le sculture associate all’architettura gotica con funzione decorativa, come quelle presenti nei portali, che seguono l’andamento verticale delle strutture, e le vetrate che occupano le ampie aperture consentite dall’alleggerimento delle masse murarie.
Nella pittura, invece, gli storici dell’arte individuano gli aspetti più originali del Gotico nell’insistenza sulla linea nei contorni e nei panneggi e nel naturalismo che caratterizza la raffigurazione di persone, vegetali e animali. Nella maggior parte dei casi, questo naturalismo si manifesta nell’osservazione e nella riproduzione dei dettagli, ma non nella ricerca di una rappresentazione razionale dello spazio.

La storia del termine "Gotico"

L’aggettivo "gotico" è ancora oggi utilizzato in contesti diversi da quello della storia dell’arte. Si definisce gotico, per esempio, lo stile letterario nato in Inghilterra nella seconda metà del Settecento con il romanzo The Castle of Otranto (Il castello di Otranto, 1764) di Horace Walpole, caratterizzato da atmosfere tetre e intrecci altamente drammatici (ripresi, in tempi più recenti, anche dal cinema).
In origine, in realtà, l’aggettivo "gotico" non aveva alcun significato letterario o artistico: esso si riferiva soltanto ai Goti, popolazione di origine germanica che migrò attraverso l’Europa nei primi secoli dell’era cristiana. L’architettura del XIII e del XIV secolo era piuttosto denominata, dai contemporanei, opus francigenum, cioè "maniera francese", espressione che ne metteva correttamente in luce l’origine. Nel XV secolo gli umanisti definirono "gotica" la grafia medievale che si era sviluppata nel Nord Europa in contrapposizione alla scrittura carolina, di ispirazione classica. Nel secolo seguente il termine cominciò a essere impiegato anche in campo artistico: l’architettura medievale venne associata ai Goti, con intento spregiativo, da Raffaello e da Giorgio Vasari, pittore e scrittore d’arte. L’associazione a una popolazione "barbara", ritenuta responsabile della caduta dell’Impero romano, aveva lo scopo di rimarcare la distanza dell’architettura d’Oltralpe da quella classica, modello di riferimento degli architetti e degli artisti italiani. Nel Seicento furono il trattatista Filippo Baldinucci e l'architetto Guarino Guarini a parlare di "gotico" in riferimento all'architettura. A partire dall'Ottocento, infine, il termine iniziò a indicare uno stile architettonico dalle caratteristiche ben definite, distinto dal Romanico e rivalutato nelle sue peculiarità. Il rinnovato apprezzamento dell'architettura gotica ebbe tra le sue conseguenze, nel XIX secolo, i fenomeni del Gothic Revival e del Neogotico. 

Architettura, scienza e filosofia

L’architettura gotica trova corrispondenza nelle idee del proprio tempo: non in un generico misticismo, come ritenevano i romantici nel XIX secolo, né in conoscenze alchemiche ed esoteriche note a pochi iniziati, ma nella chiarezza espositiva e nel rigore speculativo della filosofia scolastica. Le argomentazioni filosofiche sono paragonabili a costruzioni della mente, e le cattedrali a ragionamenti che uniscono le varie parti dell’edificio.
La luce, elemento fondamentale dell’architettura gotica, è considerata il tramite tra mondo e Dio sulla base delle concezioni di impronta neoplatonica del cosiddetto Pseudo-Dionigi l’Areopagita (V-VI secolo), allora identificato con il santo titolare dell’Abbazia di Saint-Denis (Denis è Dionigi in francese). Tale proprietà della luce è attribuita anche a materiali come l’oro, le gemme e il vetro.
Alcuni pensatori del tempo, come Vincenzo di Beauvais (1190 ca.-1264), Alberto Magno (1206 ca.-1280) e san Tommaso d'Aquino (1225/1226-1274), leggono i testi di Vitruvio e riconoscono la dignità intellettuale dell'architettura. L'arte del costruire assume un ruolo intermedio tra le arti meccaniche, disprezzate dalla cultura medievale, e le discipline del trivio (grammatica, retorica, dialettica) e del quadrivio (aritmetica, geometria, astronomia, musica), insegnate nelle università. Si afferma anche il paragone tra l'architetto e il Creatore, espresso visivamente nella rappresentazione di Dio con il compasso che misura il mondo.
Anche gli architetti si fanno più colti, divenendo esperti di geometria ed essendo ormai in grado di dialogare con gli ecclesiastici. Tra le testimonianze più significative riguardo alla loro attività ci sono alcuni disegni, come quelli del Livre de portraiture di Villard de Honnecourt (inizio del XIII secolo), che documenta alcuni dettagli costruttivi di edifici da lui visitati in varie parti d'Europa.

Dossier Arte - volume 1 
Dossier Arte - volume 1 
Dalla Preistoria al Gotico