La pittura e i mosaici

   13.  IL ROMANICO >> L’arte romanica

La pittura e i mosaici

La pittura monumentale

Le pareti delle chiese romaniche, che oggi appaiono spoglie, erano spesso ricoperte di affreschi, di cui resta solo una piccola parte anche perché nel corso del XIX secolo, sulla base dell’idea erronea che l’architettura romanica fosse severa e priva di colori, molte pitture murali sono state scialbate (cioè imbiancate) o distrutte per riportare alla luce i nudi blocchi di pietra sottostanti. In realtà, è ormai accertato che l’architettura romanica faceva largo uso di decorazioni pittoriche. D’altra parte i vasti ambienti degli edifici, dotati di aperture relativamente piccole, con finestre talvolta strette come feritoie e pochissime vetrate (al massimo un rosone sulla facciata), lasciavano a disposizione dei pittori ampie superfici, sia sulle pareti sia sulle volte a botte. Nell’XI e nel XII secolo la tecnica più usata nella pittura muraria era quella dell’affresco, talvolta combinato con la tempera o con la pittura a secco, cioè stesa sull’intonaco asciutto invece che umido.

Affreschi di Taüll

Fra i cicli meglio conservati spiccano quelli spagnoli, molti dei quali separati oggi dal loro contesto originario, come la decorazione murale proveniente dal catino absidale della Chiesa di San Clemente a Taüll (83), ora conservata nel Museo d’Arte Catalana di Barcellona, uno dei più interessanti per chi studia l’arte romanica. In questi affreschi si nota una certa tendenza alla semplificazione delle forme e all’enfatizzazione della bidimensionalità e del linearismo, giocata anche su sapienti contrasti cromatici, che aveva lo scopo di comunicare al fedele le storie sacre con chiarezza ed efficacia.

Affreschi della Basilica di San Clemente a Roma

In Italia, sono molto significativi gli affreschi realizzati a Roma nella Basilica di San Clemente. Questa chiesa fu costruita nel XII secolo sopra una stratificazione di edifici precedenti. Il primo livello al di sotto della basilica attuale è costituito da una basilica paleocristiana, costruita tra IV e XI secolo, in cui restano, pur se molto deteriorati, frammenti di affreschi. Le Storie dei santi Alessio e Clemente (84), in quattro episodi, sono datate entro l’inizio del XII secolo, quando la chiesa paleocristiana fu interrata per costruire la nuova basilica. Presentano uno stile veloce, spontaneo e vivace, ancora leggibile anche se la superficie pittorica è molto danneggiata e i colori sono quasi scomparsi. Davanti a sfondi con architetture accennate, che dimostrano l’ampia cultura dell’anonimo pittore e ricordano gli sfondi della pittura romana e del III stile pompeiano, i personaggi hanno gesti ed espressioni molto marcati, che rendono la scena facilmente leggibile dall’osservatore. Contribuiscono a un’immediata comprensione anche le scritte in volgare che accompagnano le storie, tra le prime testimonianze della lingua italiana.

Dossier Arte - volume 1 
Dossier Arte - volume 1 
Dalla Preistoria al Gotico