DOSSIER: Deposizione di Cristo dalla croce

   dossier l'opera 

Benedetto Antelami

DEPOSIZIONE DI CRISTO DALLA CROCE

  • 1178
  • marmo rosa di Verona, 110x230 cm
  • Parma, Duomo (rilievo proveniente dal pontile distrutto)

    II tempo e il luogo

    L’opera, un rilievo in prezioso marmo rosa di Verona, è datata 1178, come si legge nell’iscrizione in eleganti caratteri che corre al di sopra della scena; in essa Benedetto Antelami ha posto anche la propria firma, accompagnata dall’appellativo di sculptor (scultore), con un gesto di autoconsapevolezza della propria abilità artistica che ha pochissimi precedenti nell’età romanica.
    La lastra, oggi murata nel transetto destro del Duomo di Parma, era in origine collocata su un pontile, smembrato nel Cinquecento. Si trattava di una sorta di cancello sopraelevato che, come una recinzione, separava il presbiterio dalla navata. Era probabilmente sorretto da colonne poggianti su leoni e dotato di altri rilievi decorati, di cui resta solo un frammento ormai illeggibile con un Cristo in gloria, riutilizzato come pietra tombale nel XVI secolo.
    Sembra che provengano da questo stesso pontile anche alcuni capitelli, che si trovano ora custoditi nella Galleria Nazionale di Parma.

    La descrizione e lo stile

    Per la tecnica raffinata e per l’equilibrio fra messaggio spirituale e narrazione drammatica, la Deposizione realizzata da Antelami per il Duomo di Parma è considerata il capolavoro della fase finale della scultura romanica in Italia.
    La composizione si sviluppa in orizzontale, inquadrata su tre lati da un raffinato tralcio ottenuto con incrostazioni in mastice nero, che paiono "rialzare" il motivo ornamentale, in modo da dare l’illusione che sia eseguito a niello. La successione delle diverse figure, identificate dalle iscrizioni didascaliche che si leggono sul fondo, è particolarmente efficace, perché mostra in simultanea almeno quattro eventi del dramma della Passione. Tutte le vicende sono tratte dal Vangelo di Giovanni, l’unico a nominare Nicodemo tra i personaggi che assistono alla deposizione.
    A sinistra vediamo Maria, affiancata da Giovanni e dalle pie donne, che accosta alla guancia con un gesto tenerissimo la mano di Cristo, sorretta dall’arcangelo Gabriele in volo; sulla destra, alcuni soldati si giocano ai dadi la tunica di Cristo, mentre un centurione con lo scudo ne indica con la mano la figura, a testimoniare che in lui riconosce il figlio di Dio. Intanto, Nicodemo, un fariseo avvicinatosi al Cristianesimo, è salito sulla scala e sta togliendo un chiodo dalla croce, mentre dall’altro lato Giuseppe d’Arimatea sorregge il corpo senza vita di Cristo. Al di sotto dei bracci della croce si trovano le personificazioni della Chiesa, a sinistra, che, come dice l’iscrizione, "è esaltata" dalla morte e resurrezione di Cristo, e della Sinagoga, a destra, alla quale un angelo fa cadere la corona, per sottolineare la vittoria della religione cristiana su quella ebraica. Il Sole e la Luna, raffigurati simbolicamente come due teste all’interno di corone, ribadiscono la contrapposizione tra la schiera dei seguaci di Cristo e quella dei suoi persecutori. La scena, infatti, è divisa nettamente in due parti secondo un preciso simbolismo: a sinistra per chi guarda, quindi a destra di Cristo, i personaggi raffigurano il Bene, a destra dell’osservatore il Male; è però significativo che, al di là delle divisioni tra salvati e peccatori, Cristo, dalle braccia lunghissime e sproporzionate, sembri accogliere tutti con il suo gesto.
    La Deposizione dell’Antelami è un capolavoro senza precedenti, che vive di profondi rimandi all’arte dei secoli passati e, insieme, di soluzioni innovative. Tra gli elementi classici vi sono la cornice a rosette, l’equilibrio compositivo e l’ordine geometrico che regnano nella scena. Alcuni dettagli confermerebbero invece l’influenza dello stile provenzale e i contatti di Antelami con la scultura francese: le figure, soprattutto se confrontate con quelle di Wiligelmo a Modena, eseguite circa sessantanni prima, sono allungate ed eleganti e il dramma sacro risulta nel complesso più composto; più raffinati sono anche i preziosi dettagli delle vesti eseguiti a trapano. Del tutto nuova, infine, è la ricerca di una spazialità tridimensionale: i soldati che si spartiscono la veste di Cristo sono seduti a semicerchio, a suggerire la profondità, mentre gli altri personaggi, pur disposti in due file ordinate, hanno piedi che, sfruttando la minima profondità della cornice, poggiano saldamente a terra.

    Dossier Arte - volume 1 
    Dossier Arte - volume 1 
    Dalla Preistoria al Gotico