Il Romanico meridionale: l’eredità bizantina e araba

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Il Romanico meridionale: l’eredità bizantina e araba

Nell’Italia meridionale, fra XI e XII secolo, si manifestano gli influssi culturali più diversi, che si riflettono anche nell’architettura e nell’arte. Da una parte vi è la forte influenza dell’Abbazia di Montecassino che, come si è visto, svolge un ruolo di diffusione di modelli derivati dall’arte classica; dall’altra pesano le diverse dominazioni, e in particolare quella araba in Puglia, in Calabria e in Sicilia, cui succede la dinastia normanna degli Altavilla.

La Puglia

Come un ponte tra la Penisola italiana e il Mediterraneo orientale, attraversata da viaggiatori, mercanti e pellegrini, la Puglia sviluppa un’architettura romanica che risente di molteplici influenze.

Basilica di San Nicola a Bari

Nel 1087 giunsero a Bari le reliquie del corpo di san Nicola, che nel IV secolo era stato vescovo di Myra (oggi in Turchia). Fu così dato avvio alla costruzione della basilica (48) che le avrebbe accolte. I lavori si protrassero a lungo e la chiesa fu consacrata oltre un secolo dopo, nel 1197. Il vescovo Elia presiedette il cantiere fino alla sua morte, avvenuta nel 1105: la complessità dell’edificio si spiega in parte anche con la presenza di questo vescovo, che era stato alla guida dell’Abbazia di Cava de’ Tirreni, una delle più importanti sotto la filiazione di Montecassino, e che era in stretto contatto con papa Urbano II, già monaco a Cluny. La pianta è singolare: presenta un immenso transetto che abbraccia tutte le navate e ingloba le tre absidi (47). Poiché il transetto ha una lunghezza uguale alla larghezza delle tre navate, cioè non sporge dal corpo dell’edificio, la chiesa risulta racchiusa entro un ampio rettangolo, mentre le absidi sono incluse in un muro al di là del transetto che non le rende facilmente individuabili dall’esterno. A est e a ovest si trovano quattro torri; altre due torri, mai terminate, erano previste sugli altri lati. Sulle pareti esterne, insolite arcate sovrastate da loggette con sei archetti ciascuna alleggeriscono l’aspetto massiccio dell’edificio. All’interno (49), profondi matronei si affacciano sulla navata, secondo il modello delle chiese lombarde.

Cattedrale di San Nicola pellegrino a Trani

Fra le altre chiese pugliesi spicca, per il suo elegante slancio e la sua posizione strategica sul mare, la Cattedrale di San Nicola pellegrino a Trani (50). L’edificio è legato a una leggenda che narra di un giovane greco, Nicola: sbarcato a Otranto nel 1094, egli era diretto in pellegrinaggio al Santuario di Monte Sant’Angelo sul Gargano, costruito sopra una grotta dove in tempi remoti sarebbe comparso l’arcangelo Michele; esausto, il giovane si era gettato sugli scalini della Chiesa di Trani ed era morto di stenti. Lì fu sepolto e a lui fu dedicata la nuova chiesa. La chiesa ha una pianta simile a quella della Basilica di San Nicola a Bari: ha tre navate (51), separate da colonne binate (disposte a due a due) e un profondo transetto appena sporgente chiuso da tre alte absidi. L’ampia cripta, sempre a tre navate, si estende per tutta la lunghezza della chiesa: si tratta quindi, di fatto, di due edifici sovrapposti, come è evidente anche dalla facciata in cui due rampe conducono alla chiesa superiore.

Dossier Arte - volume 1 
Dossier Arte - volume 1 
Dalla Preistoria al Gotico